28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Processo eternit

Rinviato a giudizio magnate svizzero Schmidheiny

Con lui il barone belga De Marchienne, prima udienza 10 dicembre

TORINO - Rinvio a giudizio per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Loui De Cartier De Marchienne, ex vertici della Eternit Spa. Lo ha deciso il tribunale di Torino, fissando al 10 dicembre 2009 la prima udienza di quello che si preannuncia come il processo più vasto mai celebrato per questioni legate allo scottante tema dell'amianto e della sicurezza, sia per i numeri - sono più di 2.800 le parti lese - sia perché individua come vittime dell'amianto non solo i lavoratori, ma anche gli abitanti delle città in cui si trovavano.

Secondo il legale di Schmidheiny, Astolfo Di Amato, «il rinvio a giudizio del mio assistito - spiega ad Apcom - era scontato, un processo di queste dimensioni con tante attese è impossibile che si chiuda davanti al gup, gup che - sottolinea il legale - fa una valutazione sommaria sulla possibilità di fare il processo. Adesso aspettiamo il processo: io e il mio collega Guido Carlo Alleva siamo assolutamente convinti della sue innocenza e siamo fiduciosi nell'esito favorevole per il nostro assistito».

Per il magnate svizzero e il barone belga l'accusa è di omissione di misure di tutela ai fini della sicurezza sul lavoro e disastro doloso con dolo eventuale. L'inchiesta della procura di Torino riguarda i casi di esposizione all'amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani dell'Eternit (Casale Monferrato, Cavagnolo nel torinese, Ruviera in Emilia e Bagnoli in Campania). Tra gli organi istituzionali si sono costituiti parti civili la Provincia di Alessandria, di Reggio Emilia, di Torino, il Comune di Casale Monferrato, di Cavagnolo, la Regione Piemonte, la Regione Campania e la Regione Emilia Romagna.