28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Eccellenze locali

La piattella nella «zuppa spaziale» di Samantha

La Cristoforetti mangia il fagiolo bianco di San Giorgio in orbita. Il presidio Slow Food tra gli alimenti selezionati da Argotec, l'azienda torinese responsabile dei menù degli astronauti dell'ESA.

SAN GIORGIO – La chiamano «zuppa spaziale» e dentro ci sono piattella Canavesana di Cortereggio, cece nero della Murgia Carsica, fava di Carpino, lenticchia di Ustica: un bel piatto unico con pochi grassi ma ricchi di amido e fibre. Insomma un piatto completo ed equilibrato che conferisce il giusto apporto di proteine, zuccheri ed energie a tutti, anche agli astronauti. Il nome non è un caso, questa è proprio la zuppa che Samantha Cristoforetti ed i suoi colleghi della Stazione spaziale internazionale mangiano «di lassù».

Tornando indietro di qualche riga si leggerà tra gli ingredienti la presenza della piattella di Cortereggio, ovvero il riscoperto fagiolo bianco di San Giorgio Canavese divenuto presidio di Slow Food. Per esser precisi tutti e quatto i legumi scelti per l'alimentazione «spaziale» vivono sotto l'egida del presidio, e sono arrivati fin lì anche per questo. Il lungo viaggio del fagiolo bianco verso le stelle parte da Torino, qui ha sede Argotec l'azienda specializzata in forniture aeronautiche scelta da Esa - European Space Agency - come responsabile dello sviluppo e dell'approvvigionamento degli alimenti destinati agli astronauti europei. Il progetto, partito con Luca Parmitano della missione volare e Alexander Gerst della missione Blue Dot, negli ultimi mesi ha seguito Samantha Cristoforetti e proprio dalle sue richieste di cibi sani e semplici, con in testa verdure legumi e cereali è nato il menù che contiene la piattella.

Come, lo spiega con orgoglio il sindaco di San Giorgio Canavese Andrea Zanusso: «È un processo lungo, partito dalla nostra collaborazione con Andrea Pezzana di Slow Food che ne ha studiato la coltivazione, le peculiarità scientifiche e il terreno adatto alla coltura, e poi ha deciso di inserirla nei prodotti che sarebbero stati scelti per i pack degli astronauti. Gli alimenti vengono selezionati non solo in base alle proprietà organolettiche ma seguendo anche dei rigidi criteri scientifici che premiano operazioni come la nostra». Per altro era stata proprio la Cristoforetti a dare l'imbeccata alla Arcotec fornendo alcune parole d'ordine dai cui trarre spunto, come ricerca, scoperta, tecnologia, eccellenza, sogni e nutrizione. Proprio la parola chiave di Expo, che rende la biodiversità sfoggiata dai 4 legumi della «zuppa spaziale» ancora più pregante: «Da parte nostra cerchiamo di spingere la cosiddetta agricoltura precisione, che si basa sulla ricerca e sul miglioramento di prodotti particolari e tradizionali – prosegue il sindaco di San Giorgio – seguiamo la filosofia di Slow Food mettendo al centro i produttori, la biodiversità e la comunità. Ho potuto parlare in videoconferenza con Samantha Cristoforetti durante la sua preparazione in Russia e le ho detto proprio questo, che lei portava nello spazio non solo un menù, ma la cultura e la tradizione di un'intera terra».