28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Occupazione

Chiude Itnet Ivrea, per i dipendenti trasferimento ad Assago

I 14 impiegati per lavorare al cloud computing, che sviluppa le attività da remoto, dovranno fare trasferta di 260km al giorno.

IVREA – La città perde un'altra eccellenza operativa. La sede locale di Itnet chiuderà i battenti dal primo giugno prossimo e per i dipendenti si aprono due strade: adeguarsi ad una trasferta giornaliera di 260km, tanta è la distanza da Assago – epicentro italiano dell'attività - o optare per il licenziamento. Gli interessati sono in tutti 14, neanche tanti, ma aldilà dei numeri sono due le questioni che la decisione aziendale fa emergere: da un lato una scelta operativa che sindacati e dipendenti non si esimono dal definire discutibile, dall'altro la perdita, da parte del territorio di un'attività specialistica legata al mondo di internet e dei servizi della rete, settore in continuo mutamento, soggetto ad interessanti possibilità di differenziazione e crescita.

Così non è per Itnet, a quanto pare. L'azienda nata del 1994, a lungo controllata da Wind, fino alla cessione pochi anni fa a ItaliaOnline, oggi appartiene a Libero Acquisition, società con quartier generale in Lussemburgo a sua volta controllata da Sawaris, e al momento conta in Italia tre sedi: Assago alle porte di Milano, Roma e Ivrea. Fino allo scorso anno erano quattro, nel 2014 infatti sono stati tagliati gli uffici di Genova offrendo ai dipendenti la stessa chance oggi sul piatto dei lavoratori eporediesi: o Milano o niente. Gli addetti dai 150 dei momenti migliori sono rimasti in 39, oggi si chiede ai 14 di Ivrea di spostarsi ad Assago, di questi 9 sono donne e 6 hanno bambini in età prescolare e scolare. A chi è disposto a sobbarcarsi la lunga trasferta Itnet offre un sostengo per il viaggio giornaliero, a quanti invece sceglieranno il licenziamento saranno garantiti una buonuscita e l'affiancamento gratuito per un anno da parte di una società di outplacement.

In un documento condiviso con Slc e Cgil i lavoratori sottolineano comunque l'incongruenza della strategia applicata da un'azienda che richiede ai dipendenti una trasferta di 260 km per andare ad operare in un settore - quello sviluppo del cloud computing e dell'assistenza ai clienti ad esso collegato – incentrato proprio sulla possibilità di gestire ed avere accesso ai proprio dati ed archivi da ovunque e da remoto.