28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
L'abuso di alcolici

Si beve un po' meno, ma cresce il binge drinking

Diffuso al Nord, nel week-end, in discoteca. Scatena comportamenti a rischio ed è pericoloso per la salute. In aumento tra i giovani. Nuovo video di Elio e Le Storie Tese contro l'abuso.

IVREA – Si chiama «Alcol snaturato» il nuovo singolo di Elio e Le Storie Tese pro campagna contro l'abuso di alcolici del ministero alla Salute. E nel testo si trova un po' tutto: socialità, voglia di sballo, perdita del controllo. Di sicuro, l'uomo che l'altro sera ha investito 10 persone nel parcheggio della discoteca Tweed in seguito ad un banale litigio aveva alzato un po' il gomito. L'alcool rilevato nel sangue del 41enne di Cascinette era 1,5 volte sopra al consentito. Ormai le regole in materia, si sa, sono molto restrittive, ma dietro c'è un perché e lo svela chiaramente anche l'ultimo rapporto Istat sul consumo di alcolici da parte degli italiani.

Nel complesso, la percentuale di persone dagli 11 anni in su che nel corso dell'anno ha bevuto alcol almeno una volta è scesa lievemente, dal 63,9% del 2013 al 63% del 2014. Detto questo, e chiarito come bere un buon bicchiere di vino o una birra non debba trasformare nessuno in criminale, preoccupano alcuni comportamenti specifici, come l'assunzione di alcolici fuori pasto e il cosiddetto binge drinking. Il termine è tecnico – lo usa l'Istat e lo riporta tra i neologismi la Treccani – ma alla grossolana si potrebbe tradurre come «sbronza occasionale», fenomeno che interessa soprattutto i giovani e si consuma nel week-end. Discriminani tipo sono l'uscita tra amici, il condizionamento di gruppo, la frequentazione di discoteche, eventi sportivi o concerti, il fumo, la provenienza sociale e famigliare.

Nel complesso, sono più di 8 milioni e 260mila italiani che nel 2014 hanno ecceduto rispetto la consumo massimo di alcolici raccomandato per non incorrere in problemi di salute. Questi si concentrano sopratutto al Nord, e il comportamento ha un'impennata se si verificano i numeri riguardanti giovani e giovanissimi, ed over 65. Se nell'ultimo caso si può parlare di «distrazione», poca informazione o abitudini consolidate nel tempo, per i ragazzi la questione è ben diversa: non a caso tutte le ricerche interessano campioni al di sopra degli 11 anni, perché dentro alle fasce a rischio ci sono molti adolescenti. Si eccede per il 22% dei maschi e l'8,7% delle femmine tra i 18 e i 24 anni, e si eccede pure tra il 19% circa degli adolescenti dagli 11 ai 17, con differenze abbastanza ridotte tra i sessi. Questo in generale, andando nello specifico delle «bevute fino allo stordimento» da week end il 14,5% dei giovani (18-24 anni) «frequenta» il binge drinking.

Pur non potendo affermare la contemporaneità dei comportamenti, lo studio Istat osserva che tra chi frequenta assiduamente (più di 12 volte nell’anno) le discoteche la quota di quanti dichiarano un comportamento di consumo non moderato è nettamente più alta. Tra i maschi si arriva al 40,2% (rispetto al 20,7% di chi non va in discoteca) mentre tra le donne le quote sono, rispettivamente, del 21,3% e del 6,6%. Il fenomeno riguarda soprattutto i giovani e gli adulti fino a 44 anni. Tra i giovani di 18-24 anni di sesso maschile che vanno abitualmente in discoteca, il 39,9% ha l’abitudine al binge drinking (contro l’11,4% di quelli che non ci vanno) e il 17,9% delle donne (contro il 2,4%)

Per finire il cattivo esempio in questo caso non fa da deterrente, i figli di genitori che consumano alcol in modo non moderato sono maggiormente a rischio, rispetto a quelli che arrivano da famiglie più morigerate. Fumo e alcol, pure, si incontrano con piacere, si segna una maggioranza di fumatori tra chi beve un po' troppo.