19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Il fatto nel carcere di Torino

Detenuto dà in escandescenza e aggredisce un agente

Le aggressioni nelle carceri sono in costante aumento e «La polizia penitenziaria continua a ‘tenere botta’», nonostante fatti simili accadano quotidianamente

TORINO – Erano da poco passate le nove, quando un detenuto del carcere di Torino si è scagliato contro un agente di polizia penitenziaria procurandogli lievi escoriazioni. Il detenuto, un 31enne ristretto nel padiglione A (reparto di osservazione psichiatrico), per motivi ancora da chiarire ha aggredito il poliziotto.

Il fatto
Non è il primo episodio di violenza all'interno del carcere torinese. Il segretario generale del Sappe Donato Capece, ha affermato che «La situazione nelle carceri resta allarmante, altro che emergenza superata. Particolarmente significativa è la quota di aggressioni compiute da coloro che erano ristretti presso Ospedali Psichiatrici Giudiziari fino alla loro chiusura. Perché se uno è pazzo per stare in Opg non è che mettendolo in carcere guarisce».

Due detenuti su tre malati
Gli studi di settore, inoltre, rivelano che la percentuale di detenuti affetti da malattie in carcere è molto alta, oscillando addirittura tra il 60 e l'80%. Ciò sta a significare che due detenuti su tre risulta malato. Sempre gli stessi studi fanno notare che tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).

Aggressioni in aumento
Il fenomeno delle aggressioni, inoltre, risulta in costante aumento: «La polizia penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Ma è sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane», conclude Capece.