29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Il fatto non sussiste

Erri De Luca assolto, finalmente

Erri De Luca, imputato a Torino per istigazione a delinquere per aver detto che la Tav «va sabotata», ha avuto ragione. E rilancia: «Confermo la mia convinzione che la Tav va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua»

TORINO - Assolto. Finalmente. Erri De Luca, imputato a Torino per istigazione a delinquere per aver detto che la Tav «va sabotata», ha avuto ragione. Il fatto non sussiste. Una lettera magistrale quella che lo scrittore diventato ormai simbolo della lotta No Tav ha letto in aula davanti ai giudici, confermando, ancora una volta, la sua posizione. «Confermo – ha detto – la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua».

«Questo è un processo alla libertà di pensiero nel nostro Paese»
«Anche se non fossi io lo scrittore incriminato sarei comunque qui dove si sta compiendo un esperimento, un tentativo di mettere a tacere parole contrarie», ha proseguito. «Questo non è un processo al sottoscritto, ma alla libertà di pensiero nel nostro Paese». «Sono un testimone della volontà di censura della parola, questa sentenza sarà un messaggio sulla libertà di espressione», aveva dichiarato qualche settimana fa. «Oggi torno a essere un cittadino qualunque. È stata impedita un’ingiustizia, quest’aula è un avamposto sul presente prossimo. Scendo dal gradino su cui mio malgrado mi hanno issato. Ma continuerò a usare il vocabolario per esprimere le mie convinzioni. Comunque è una buona notizia per questo paese». Ha detto di sentirsi «parte lesa» nei confronti «di ogni volontà di censura e sono in quest'aula per sapere se il capo d'accusa invaliderà l'articolo 21 della Costituzione». Ciò che è costituzionale «si decide e difende in luoghi pubblici come questo, come le scuole, le prigioni, i luoghi di lavoro, le frontiere attraversate dai richiedenti asilo. Si decide al piano terra della società».

«Sabotare è un termine nobile»
Quanto alle accuse, «sono incriminato per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Gandhi e Mandela, e democratico. Sono disposto a subire la condanna penale – ha concluso – ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. Si incrimina il sostegno verbale a un'azione simbolica».

L'accusa
Il pm Antonio Rinaudo, che con il collega Andrea Padalino ha condotto le indagini, aveva chiesto una condanna a otto mesi di reclusione con le attenuanti generiche perché «con la forza delle sue parole ha sicuramente incitato a commettere reati». «Rispettiamo la decisione del giudice», ha commentato l'avvocato Alberto Mittone, legale di Ltf, la società italo-francese che si è occupata del progetto e delle opere preparatorie della Torino-Lione e che aveva denunciato De Luca. «Non ne faremo una battaglia campale, ma nei momenti di tensione sociale ci sono dei limiti che soprattutto gli intellettuali dovrebbero rispettare».