Vestiamoci di arancione! C'è il flash mob contro la violenza sulle donne
Appuntamento alle 18 a Porta Nuova per il flash mob organizzato dal Coordinamento cittadino e provinciale contro la violenza sulle donne e dalla Città metropolitana di Torino
TORINO - Vestiamoci di arancione. Facciamolo oggi. Oggi alle 18 a Porta Nuova, di fronte al tabellone degli «Arrivi-Partenze» (in corrispondenza dei binari 8-10), potremo dare vita tutti insieme al flash mob organizzato dal Coordinamento cittadino e provinciale contro la violenza sulle donne e dalla Città metropolitana di Torino in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Per partecipare basta indossare un indumento o un accessorio arancione, colore scelto dall’Onu come simbolo di un futuro senza più violenza sulle donne: l’evento si aprirà con una breve coreografia, al termine della quale i partecipanti si riuniranno sotto il tabellone, incroceranno le braccia e diranno a voce alta «No alla violenza, insieme vinciamo!».
Oltre al flash mob sono tante le iniziative intraprese per cembrare questa giornata. Fra queste, una campagna stampa di sensibilizzazione realizzata gratuitamente da Elena Rosa dell’associazione milanese Lofficina – che si occupa dell’analisi degli stereotipi di genere nella comunicazione - e costituita da una serie di locandine e cartoline con un messaggio rivolto agli uomini: «La violenza contro le donne ha mille volti: sei tu?».
La violenza domestica è ancora al primo posto nella triste classifica delle violenze sulle donne. In un terzo dei casi gli autori di violenza sono mariti, fidanzati, conviventi e questo accade in tutti i ceti sociali e a tutti i livelli culturali: per questo è importante non solo sensibilizzare le donne ma rivolgersi direttamente anche agli uomini. Le locandine sono state stampate dalla Regione Piemonte, mentre Gtt e Atc si sono resi disponibili a distribuirle rispettivamente sui mezzi pubblici e in alcuni edifici.
L’11 dicembre a Palazzo Cisterna si terr anche un convegno dedicato ai cambiamenti e alle riforme sociali e culturali delle famiglie fra il 1975 e il 2015.
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