29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Allarme bomba a Caselle

Falsa bomba all’aeroporto, si ipotizza un test per vedere la reazione della polizia

Qualcuno potrebbe aver lasciato il falso pacco bomba per studiare tempistiche e protocollo delle forze dell’ordine. Le indagini continuano con la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza

CASELLE - Classificata come «cassa acustica», la scatola nera trovata nei bagni dell’aeroporto di Caselle Torinese due sere fa è riuscita a far azionare il protocollo antiterrorismo del Viminale: evacuate 250 persone e artificieri in azione per far brillare quello che non si capiva se fosse o meno un ordigno. Alla fine si è scoperta essere solo una cassa con all’interno fili elettrici collegati a un interruttore del tutto inutile. Le domande però ora sono molte. Non solo «chi ha messo li quella scatola?» ma anche «perché è stata abbandonata dentro la struttura?».

Le ipotesi degli inquirenti
Se l’abbandono spensierato della scatola appare una pista da seguire poco plausibile, prende sempre più corpo l’idea di un test fatto da ignoti per verificare tempistiche e protocolli operativi delle forze dell’ordine. Quella scatola lasciata sotto i lavandini del bagno al primo piano non era così semplice come poteva apparire. Al suo interno un mix di colla e vernice - e forse anche altro - hanno fato dare esito positivo allo «sniffer», lo strumento usato dagli artificieri per rilevare la presenza di esplosivi. Da qui è scattata tutta la procedura del Viminale.

Le indagini
Oltre a capire il motivo c’è da individuare il responsabile di tale bravata. Le forze dell’ordine stanno passando al setaccio diverse telecamere presenti nell’aeroporto Sandro Pertini, così come sono alla ricerca di tracce che possano aiutare a capire chi abbia maneggiato quella scatola.