19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Nel quartiere Aurora

Ferran Adrià sceglie Torino per il suo primo ristorante fuori dalla Spagna

Il grande chef stellato ha deciso di aprire nella Nuvola Lavazza di Cino Zucchi il nuovo El Bulli, suo storico locale sulla Costa Brava chiuso quattro anni fa. Una vera scommessa, una grandissima opportunità per il quartiere

TORINO - Aurora mon amour. Chi l'avrebbe mai detto che l'ex quartiere operaio di Torino, a forte presenza straniera, sarebbe stato scelto da uno dei più grandi chef al mondo per una scommessa – gastronomica e economia insieme – di altissimo livello? Ebbene sì, perché là dove sta prendendo forma la Nuvola Lavazza, la nuova sede operativa del gruppo (pronta se tutto va bene a fine anno), nascerà il nuovo ristorante di Ferran Adrià, il primo fuori dalla Spagna. L'idea dello chef pluristellato è trasferire il suo prestigiosissimo El Bulli a Roses, sulla Costa Brava, chiuso ormai quattro anni fa, proprio a Torino. E non in centro, come avrebbero fatto altri, ma in una area dal grande passato e dal promettente futuro.

El Bulli nella «Cattedrale» Enel
Dopo un lungo periodo di inattività, Adrià ha scelto proprio il nostro angolo al di là della Dora, a due passi dal centro, tra via Bologna e corso Palermo, lungo un asse che sarà sempre più strategico per la città, per il primo locale che porterà lo stesso nome al di fuori dei confini catalani. L'edificio dove sorgerà El Bulli di Torino è la «Cattedrale», la storica e dismessa centrale ENEL che si affaccia su via Bologna. Sarà lui stesso a progettare direttamente l'organizzazione della struttura e a dare le nuove direttive in cucina. C'è ancora riserbo per quanto riguarda la brigata al lavoro, ma ci sono buone probabilità che possa scegliere collaboratori italiani. Perché no, magari torinesi.

Adrià genio della gastronomia molecolare
Considerato uno dei migliori cuochi al mondo, incluso nella lista del Time dei cento uomini più influenti al mondo, Adrià è stato assieme all'inglese Heston Blumenthal uno dei più grandi innovatori ai fornelli nell'ambito della cosiddetta gastronomia molecolare. Il suo obiettivo dichiarato è «creare un inaspettato contrasto di sapori, temperature e colori», sperimentando all'inverosimile. «Niente è quel che sembra. L'idea è provocare, sorprendere e deliziare» ama ripetere. Istrionico, vulcanico, genio e sregolatezza allo stato puro, «nella mia vita», dice, «ho sempre cercato di evitare la routine e introdurre un po’ di anarchia dentro l’ordine prestabilito». La sua impronta, rivoluzionaria e per questo anche fortemente criticata, è chiarissima: «Voglio portare la cucina al livello di una scienza esatta: riordinare tutti gli elementi che compongono un piatto e classificarli secondo un tassonomia logica, così come avviene nella biologia».

Piazza-giardino, cultura e altro
Il nuovo spazio di circa 5000 metri quadrati in cui verrà realizzato El Bulli sarà accessibile da una piazza-giardino, parte integrante della nuova sede della Lavazza, e destinato a ospitare attività di pubblico interesse: cultura, formazione, esposizioni, iniziative a carattere sperimentale, congressi, oltre ad aree per la ristorazione e vendita. Verrà suddiviso in due sale congressi da 200 posti e uno spazio eventi e catering. E non poteva mancare uno spazio vendita di prodotti alimentari.

Una riqualificazione urbana e sociale al di là della Dora
In attesa di provare un piatto molecolare firmato Ferran Adrià a due passi da casa, è evidente la volontà dell'amministrazione di dare un nuovo volto anche a questo pezzo di città. Non a caso Aurora è stata anche scelta come quartiere simbolo della rigenerazione urbana per la partecipazione al bando indetto dal Consiglio dei Ministri per il recupero delle aree degradate, progetto da oltre 200 milioni di euro. È davvero un buon momento, questo, per la rivitalizzazione di un'area duramente messa alla prova sia dalla crisi che dalla presenza di problemi collegati allo spaccio e alla sicurezza. La Nuvola Lavazza di Cino Zucchi è una tra le più importanti espressioni di archeologia industriale a Torino, esempio di sostenibilità ambientale e architettonica, citata persino dal New York Times tra le cose da vedere assolutamente nel 2016, insieme ad altre della nostra città. Lì vicino ora c'è anche la nuova sede dello IAAD, l'Istituto d'Arte Applicata e Design. Poco più in là, in piazza Borgo Dora, la Scuola Holden e il Turin Eye. Verso nord, troviamo le emozionanti creazioni di arte urbana di Millo per Arte in Barriera, che mezzo mondo ci invidia e che molti torinesi non conoscono. Verso Vanchiglia, ma sempre al di là del fiume, Regio Parco, con il Campus Einaudi, le ex Manifatture Tabacchi, il Basic Village, il Cineporto, Guido Gobino, gli studi di architettura e design e una riqualificazione urbana che punta molto sulla socialità giovanile. Insomma, finalmente una nuova dignità per Aurora.