28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
La reazione dopo le due vittime in bicicletta

#bastamortinstrada, Bike Pride Torino lancia l'hashtag per difendere il diritto a vivere la città in sicurezza

L'associazione Bike Pride Fiab Torino chiede progetti che mettano la persona e la sua sicurezza al centro, prima di tutto il resto. Servono subito investimenti, con strategie veloci ed efficaci. E mercoledì 27 il presidio davanti a Palazzo Civico

TORINO - Solo nelle ultime 24 ore due ciclisti sono stati uccisi a Torino. E i ragazzi di Bike Pride tornano a far sentire la propria voce. «Il Biciplan è fermo, le pedonalizzazioni e le zone a 30 chilometri orari sono rimaste solo promesse non mantenute. Ma la morte non aspetta. Muoversi in bicicletta o a piedi a Torino significa rischiare la vita ogni giorno, nella totale indifferenza delle istituzioni». Per questo lanciano ‪#‎bastamortinstrada‬: per difendere il diritto a vivere lo spazio pubblico in sicurezza e in libertà.

«L'obiettivo della politica è fluidificare il traffico, anche a costo di qualche effetto collaterale»
«Ci sono stati gravissimi errori del passato che hanno trasformato le strade di questa città in un luogo inospitale per le persone», dichiara Giuseppe Piras, presidente dell'associazione Bike Pride Fiab Torino. «E gli stessi errori vengono perpetrati nei nuovi progetti. Il solo obiettivo nella pianificazione di Torino è, da sempre, fluidificare il traffico privato e aumentare la velocità delle auto, anche a costo di avere qualche 'effetto collaterale', ma questi 'effetti collaterali' hanno un nome e un cognome, sono uomini, padri, fratelli, figli e amici, come Paolo Lorenzati e Dai Shen Shu». L'Amministrazione della Città «preferisce sacrificare la vita dei suoi cittadini per paura di mettere a repentaglio il proprio consenso elettorale». Si sceglie di salvaguardare qualche parcheggio, invece che ridurre la velocità e dare spazio alle persone, alle donne, agli uomini, ai bambini e alle famiglie.

Vivere lo spazio pubblico senza paura
«I cittadini sono stanchi di passerelle e promesse». Vogliono vedere il cambiamento promesso, costante e quotidiano. Invece, continuano, ciò che si ha ora è uno spazio pubblico, la strada, «che è solo un luogo di tragedie e di paura». Ma vivere lo spazio pubblico senza paura di morire è un diritto, «il più importante dei diritti che le istituzioni e la politica tutta dovrebbero difendere, senza se e senza ma». Non interessano più le inutili discussioni sui meriti di ciascun incidente. «Dopo sono chiacchiere inutili, serve prevenzione».

#bastamortinstrada «dovrà essere la bandiera di chiunque vorrà candidarsi a guidare la Città»
L'associazione Bike Pride Fiab Torino chiede progetti che mettano la persona e la sua sicurezza al centro, prima di tutto il resto. Servono subito investimenti, con strategie veloci ed efficaci. Non intervenire ora, rimanere in silenzio, «è essere conniventi e co-responsabili delle tragedie a cui – ancora una volta – abbiamo assistito in questi ultimi due giorni». #bastamortinstrada è l'hashtag che si leva per difendere il diritto a vivere lo spazio pubblico, le strade, in sicurezza e in libertà. «Dovrà essere la bandiera di chiunque vorrà candidarsi a guidare la Città. E Bike Pride lo ripeterà finché non si vedranno interventi concreti e tempestivi».

Mercoledì il presidio
Mercoledì 27 gennaio, alle ore 13, si terrà un presidio di fronte a Palazzo Civico (Piazza Palazzo di Città, 1) per ricordare all'Amministrazione i suoi doveri e le sue promesse.