26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
La lettera di Mauro Sterpone

La lettera commovente di un papà a La Stampa: «Mio figlio è autistico e io non mi sono arreso»

Anche Mauro Sterpone ha un figlio autistico e le sue parole parlano di un padre che non si è mai arreso e che, nonostante le difficoltà quotidiane, ha sempre guardato in faccia la realtà parlandone senza nascondersi o disperarsi

TORINO - Essere papà non è sempre facile. Non lo è quando si ha per la prima volta un figlio, perché non si sa cosa ci si aspetta, ma soprattutto si è sempre preoccupati di garantirgli un futuro più che roseo, "meglio di quello avuto da noi». E' ancor più difficile però quando il proprio figlio non è come tutti gli altri, quando è "speciale». Ma arrendersi è la cosa peggiore. E' questo il senso di una lettera che Mauro Sterpone, l'assistente dell'assessore comunale all'Ambiente Enzo Lavolta, che sulle pagine de La Stampa ha voluto rispondere al giornalista Gianluca Nicoletti, un genitore con un figlio di quasi 18 anni autistico. "Credetemi, non è facile essere ottimisti e parlare di buone prassi, quando si raccolgono quasi prevalentemente richieste disperate di aiuto da parte dei propri 'colleghi' con un figlio autistico a carico e una montagna da scalare, da soli, ogni mattina». Parole forti che parlano di disperazione.

"Mio figlio è autistico, io non mi sono arreso"
Anche Mauro Sterpone ha un figlio autistico e le sue parole parlano di un padre che non si è mai arreso e che, nonostante le difficoltà quotidiane, ha sempre guardato in faccia la realtà parlandone senza nascondersi o disperarsi. "Sono solo il papà di un meraviglioso ragazzo autistico davanti al quale non mi sono arreso", scrive Sterpone su La Stampa, "L'autismo è una tragedia e di questo bisogna parlarne. La vita accanto a queste persone non è tutta rosa e fiori. Edoardo distruggeva libri e i giochi di sua sorella,  si faceva fatica ad accettare i suoi comportamenti. Quante volte da sua sorella mi sono sentito dire: perché proprio a me doveva toccare un fratello così?». Una vita non facile insomma, sia per chi è affetto da autismo, sia per chi deve crescerli e viverci insieme. Ma una vita che "rende persone migliori, più forti, più empatiche». Continua Sterpone: "I problemi sono talmente grossi che farne un elenco è compito difficile. Molte famiglie sono lasciate a se stesse. Nel momento in cui un ragazzo autistico compie 18 anni, le istituzioni lo abbandonano. I genitori di questi ragazzi non possono e non devono vivere nel terrore di non esserci più e i loro fratelli non devono vivere nel terrore di esserci per forza".

L'auspicio di Mauro Sterpone
In conclusione scrive: "Credo che il futuro di ogni figlio sia difficile e complicato: mia figlia, che sogna di fare l'antropologa, mi spaventa tanto quanto il futuro di mio figlio Edoardo. Io credo che comunicare buone pratiche, e non solo storie a lieto fine, sia fondamentale per dare speranze ai nostri figli e che se si valorizza il presente il 'dopo di noi' sarà migliore e anche loro, che non sono i nostri carcerieri ma figli con sensibilità diverse, avranno pari dignità dei loro fratelli".