Ancora un’aggressione in metropolitana, calci e pugni a un addetto a Porta Nuova
Il dipendente Gtt, poco più che trentenne, è stato aggredito da un uomo che voleva oltrepassare i tornelli senza avere il biglietto. Il «no» dell'addetto alla metro lo ha mandato su tutte le furie. Dopo l'aggressione è fuggito.
TORINO - Continuano le aggressioni nei confronti dei dipendenti Gtt. Nella serata di ieri, mercoledì 3 febbraio, un giovane addetto alla metropolitana è stato colpito con calci e pugni da un uomo, probabilmente dell’Est, che voleva oltrepassare i tornelli della stazione di Porta Nuova sprovvisto di biglietto. Le cause non sono ancora state accertate, ma a quanto pare quest’ultimo ha prima minacciato l’addetto e poi, vedendo che non lo faceva passare, lo ha aggredito violentemente.
L’intervento della polizia a Porta Nuova
Gli agenti sono intervenuti pochi minuti dopo l’aggressione, ma dell’aggressione non c’era più traccia. L’uomo, subito dopo aver colpito l’addetto alla metropolitana, si è dato alla fuga. Il dipendente Gtt è stato soccorso e accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Cto.
Sindacati infuriati per l’ennesima aggressione
Non è la prima e forse non sarà l’ultima. L’aggressione avvenuta nella stazione di Porta Nuova ha mandato su tutte le furie sindacati e lavoratori che continuano a non sentirsi sicuri: «Apprezziamo la straordinaria sensibilità che in questi ultimi anni ha avuto il nostro amministratore delegato Walter Ceresa. Molto si è fatto dal punto di vista della sicurezza, ma evidentemente non basta», dice Roberto Faranda, dirigente sindacale della Fast-Confsal Piemonte, «Il servizio di vigilanza affidata alla ditta Telecontrol non è sufficiente, richiediamo un ulteriore sforzo da parte della Gtt nell’integrare ulteriori tre unità rispetto ai numeri attuali già presenti in linea. Inoltre non è ammissibile lasciare gli addetti metro da soli in presidio in atrio come deterrente all’evasione, perché le sole telecamere non possono garantirci la piena sicurezza, vedi l'accaduto di ieri sera, quindi contiamo nella sensibilizzazione del a.d affinché convinca la dirigenza a tornare indietro e non esporre ulteriormente a pericoli i lavoratori e le lavoratrici del settore».
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