24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Diritto alla casa

Lingotto, le famiglie dell'Osa:«Prima di noi solo abbandono, ora regolarizzateci»

Dopo averlo recuperato e sistemato, gli abitanti dell'ex centro volontari del Lingotto hanno richiesto lo stralcio della cartolarizzazione dell'edificio occupato e la regolarizzazione dell'utilizzo abitativo

TORINO - Dopo averlo salvato dall'abbandono e reso un punto di riferimento per un intero quartiere, gli occupanti dell'Osa Lingotto sentono l'edificio come casa loro e chiedono a gran voce di essere regolarizzati.

L'occupazione nell'aprile del 2013
Sono circa 300 i firmatari che questa mattina hanno presentato una petizione a Palazzo Civico, chiedendo di scorporare dalla cartolarizzazione il complesso immobiliare situato tra corso Spezia 14 e via Bizzozzero 20-28, nel cuore del quartiere Nizza. Vogliono pagare l'affitto, ma anche che le istituzioni riconoscano il lavoro di questi due anni. L'occupazione risale all'aprile del 2013, quando alcune famiglie a cui erano state negate le case popolari, si sono introdotte nell'ex centro volontari delle Olimpiadi 2006.

Dall'incuria alla rinascita, sono tante le iniziative sociali promesse in questi due anni
Prima il senso di abbandono da parte delle istituzioni, poi la reazione e quella voglia di inserirsi nuovamente in una società torinese. Gli occupanti hanno salvato dall'incuria più totale l'edificio e, stanza per stanza, hanno costruito una comunità sociale capace di promuovere iniziative come quella del pane alle famiglie con un reddito basso o la promozione di libri nelle sale recuperate. Attualmente lo stabile è occupato da 40 famiglie, circa 100 persone, 8 bambini e molti adolescenti che frequentano regolarmente la scuola.

Stefania Grippo: "Vogliamo essere famiglie normali, non bestie"
L'appello arriva da chi ha contribuito giorno dopo giorno a recuperare il rudere e oggi presenta la petizione, Stefania Grippo: «Per me questa è una casa. L'abbiamo fatta crescere, mettendo a posto le stanze e garantendo il pane. Chiediamo che tutto venga regolarizzato, vogliamo essere famiglie normali e non bestie». Le fa eco Monica Cavallo: «Quando siamo entrati all'Osa era un rudere. Ci lavavamo in cantina, con l'acqua fredda. Abbiamo risistemato impianto idraulico ed elettrico. E' casa nostra, i nostri figli mangiano li».

Gli occupanti non vogliono aiuti, ma solamente essere regolarizzati
La richiesta è precisa: gli occupanti dell'Osa non chiedono aiuti speciali ma solamente di essere regolarizzati. Una tappa che passa, inevitabilmente, dallo stralcio della cartolarizzazzione della parte autorecuperata dell'edificio. Non è oggetto di richiesta la parte non recuperabile, ma vendibile dal Comune dello stabile.