14 maggio 2024
Aggiornato 22:30
Funerali di Serena Saracino

Lacrime e commozione per l'ultimo saluto in una Gran Madre gremita: «Addio Serena»

Non ce l’ha fatta la mamma di Serena a trattenersi, si è buttata in lacrime sulla bara della figlia prima che l’auto si chiudesse per l’ultimo viaggio verso il cimitero Monumentale. Più composto il padre, forte per sostenere la moglie e distrutto allo stesso tempo

TORINO - Lacrime, commozione e tante persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Serena. In una Gran Madre gremita l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha celebrato la messa per la studentessa torinese che sognava di diventare farmacista a cui è stata spezzata la vita durante un periodo di studio all’estero in Spagna. Non ce l’ha fatta la mamma di Serena a trattenersi, si è buttata in lacrime sulla bara della figlia prima che l’auto si chiudesse per l’ultimo viaggio verso il cimitero Monumentale. Più composto il padre, forte per sostenere la moglie e distrutto allo stesso tempo. Vicino a loro c’era Edoardo Riba, il fratello di Annalisa, l’altra torinese coinvolta nel tragico incidente, ma per fortuna ancora viva anche se in attesa di essere operata. E poi sia Sergio Chiamparino, che Piero Fassino, oltre che Mauro Laus in rappresentanza della Città di Torino e della Regione Piemonte.

L’arcivescovo Nosiglia: «Non sia turbato il vostro cuore»
Ci ha tenuto l’arcivescovo a officiare la messa per Serena Saracino. Lo ha fatto nonostante nel giorno del Giovedì Santo ne sia prevista una sola e non certo quella per un funerale. «Non sia turbato il vostro cuore», ha detto nella sua omelia Nosiglia, «In questi giorni ho pensato più volte, cari fratelli e sorelle, a quali parole di conforto e di speranza avrei potuto dire alla famiglia di Serena e a tanti suoi amici universitari, alla nostra comunità, in una circostanza così tragica e dolorosa. No, non ci sono parole umane che possano alleviare questa grande sofferenza. Il Signore come buon Pastore è andato incontro a Serena mentre camminava nella valle oscura della morte e l'ha presa per mano e l'ha condotta a quel posto preparato per lei fin dall’eternità, perché ha amato e vissuto con gioia e impegno la sua giovane vita». «Lei ora è nella pace di Dio dove non c'è più lutto, sofferenza e pianto e pena alcuna», ha aggiunto l’arcivescovo Nosiglia, «e sono certo che i suoi sogni infranti di giovane e le aspettative sul suo futuro che stava costruendo con impegno e determinazione nello studio e nelle amicizie, in vista di una professione così prossima alle necessità della gente come è il lavoro di farmacista, non andranno perduti perché tutte le nostre opere e i desideri di bene ci seguiranno anche nella vita futura e faranno parte della nostra gioia per sempre».