28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Annalisa Riba

La mamma di Annalisa Riba: «Mia figlia è l'unica superstite. Chiede sempre di Serena»

Le due ragazze torinesi non avrebbero dovuto essere su quel pullman sciagurato. Una di loro, Serena Saracino, ha perso la vita. Annalisa Riba presto starà meglio ma non sa ancora nulla dell'amica

TORINO - Annalisa Riba è forte. E’ così forte che già il 15 aprile vorrebbe tornare in Spagna per dare gli esami di laboratorio, cosa ovviamente non possibile. E’ atterra in Italia nel primo pomeriggio di ieri, l’hanno presa in cura i medici del Cto che hanno ipotizzato condizioni migliori di quanto si temesse e potrebbe non essere necessario l’intervento alle vertebre. La notizia positiva è anche l'aver scongiurato la la paralisi, ma la prognosi che l’accompagnerà verso il ritorno alla vita normale è lungo, si parla di due o tre mesi a livello fisico e chissà quanto sotto il punto di vista psicologico. «Chiede in continuazione di Serena e delle amiche», dice la mamma Consolata spiegando che per il momento, su suggerimento dei medici, continuano a tenerle nascosta la verità che le verrà detta piano piano con il supporto anche degli psicologi.

«Mia figlia ricorda tutto dell’incidente»
Sono passati diversi giorni ormai dal tragico incidente in Catalogna. Tutti i corpi senza vita delle studentesse morte in Spagna sono rientrati in Italia, ma di questo Annalisa non sa nulla. Sa che qualcuna non ce l’ha fatta, ma non sa delle sua migliore amica Serena Saracino, se non che è ricoverata anche lei. «Mia figlia ricorda tutto di quella notte anche se non sa chi è vivo e chi no», racconta la madre, «lei è viva perché ha iniziato a urlare, aveva una massa di persone addosso e lei urlando ha fatto spostare una di queste ed è tornata a respirare salvandosi. E’ l’unica superstite».

Annalisa e Serena non dovevano essere su quel pullman
Non si può tornare indietro nel tempo, ma sapere che le due ragazze torinesi non sarebbero dovute essere su quel pullman fa ancora più male. Alla madre lo ha detto la stessa Annalisa: «Noi non avremmo dovuto essere lì, ma al museo di Calatrava abbiamo conosciuto altre ragazze e ci siamo aggregate a loro». All’andata si trovava sul primo bus, al ritorno su quello in cui l’autista, 63 anni, si sarebbe addormentato perdendo il controllo dei mezzo. Le studentesse stavano dormendo quando è avvenuto l’incidente, solo Annalisa si sarebbe svegliata in tempo e per questo salvata dal destino delle amiche.