19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Curiosità di Torino

Avete mai sentito suonare la campana di Palazzo Madama? E’ un’occasione più unica che rara

Fino al 1874 di quella campana rimase nascosta in parte dalla facciata juvarriana. Le proteste dei cittadini influirono molto sul suo futuro

TORINO - Dire che sentire suonare la campana di Palazzo Madama è un’occasione più unica che rara è dire poco. Non molti forse si ricordano che gli ultimi rintocchi sono stati uditi in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, nel 2013, in una giornata di festa per la città di Torino in cui si decise di rimettere la campana di Simone Boucheron, fonditore e fabbricatore d'armi ufficiale dei Savoia, appositamente in funzione. Suonò alle 15.15, orario di apertura del museo nel 1863. Tanta è la storia della campana di Palazzo Madama e inizia nel 1670, esattamente il 6 maggio quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia pagò Simone Giuseppe Boucheron a cui aveva affidato il compito di fondere una squilla per l’orologio del castello che era collocato nella torre romana sud. Una delle prime testimonianze della presenza del quadrante dell’orologio è rappresentata dalla raffigurazione di piazza Castello attraversata dal corteo funebre di Carlo Emanuele II nel giugno 1676.

Dal 1700 al 1874 la campana rimase nascosta
Fino al 1874 quella campana su cui era incisa la scritta «HORARII REGIAE CAROLVS EMANVEL II SABAVDIAE DVX PEDE•MONTIVM PRINCEPS CYPRI REX PROPRIO SVMPTA FVNDI IVSSIT ANNO SAL. MDCLXX» e la firma «SIMON BOVCHERON MA FAITE» rimase nascosta in parte dalla facciata juvarriana. In quell’anno, a giugno, l’allora proprietario del castello decise di far demolire l’orologio e di vendere all’incanto la campana. Seguirono molte proteste, in particolare da Pio Agodino, all’epoca direttore del Museo Civico, e così alla fine la campana di Boucheron fu ceduta proprio al museo ed esposta nei locali di via Gaudenzio Ferrari.

Dal Museo Civico il ritorno al castello
La campana rimase nel museo circa 60 anni. Poi tornò alla sede originaria, ma con una piccola differenza: non venne più messa nella torre romana sud, ormai occupata dal meccanismo dell’ascensore e coperta da un pavimento di vetro-cemento, ma fu collocata nella torre simmetrica verso via Po.