19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Tragedia del liceo Darwin

La mamma di Vito Scafidi rifiuta 2 milioni di euro: «La vita di un figlio non ha prezzo»

Per evitare il processo civile le erano stati offerti due milioni di euro, ma li ha rifiutati. «Investire maggiormente nella prevenzione è più economico che risarcire i danni e si evitano le tragedie»

TORINO - «La vita di un figlio non ha prezzo», ha ripetuto più volte Cinzia Caggiando, la mamma di Vito Scafidi, il ragazzo morto ad appena 17 anni schiacciato dal controsoffitto del liceo Darwin di Rivoli. Suo figlio non c’è più e lei da anni sta portando avanti una battaglia che, ora più che mai, ha l’obiettivo di far parlare della (non) sicurezza delle scuole e di quanto si rischi se non è tutto a norma. Ed è per questo che lei non era entrata nel processo penale conclusosi nel 2015 con sei condanne e oltre un milione e mezzo di euro di risarcimento per il marito e per la figliaia. Lei ha scelto la via della causa civile contro l’allora Provincia di Torino, quella che oggi si chiama Città Metropolitana.

Due milioni di euro rifiutati dalla madre
Lo ha detto lei stessa. Per evitare il processo civile le erano stati offerti due milioni di euro, ma li ha rifiutati, anche su suggerimento dei propri legali dello studio Ambrosio & Commodo. Affrontando questo processo, la mamma di Vito Scafidi spera che lo Stato e le pubbliche amministrazioni decidano di investire maggiormente nella prevenzione perché è più economico che risarcire i danni e si evitano le tragedie. «Vito», dicono gli avvocati, «è morto per i mancati controlli e per l’inettitudine di chi non fece quel che doveva fare». La prossima udienza è stata fissata per il 17 novembre.