19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Emilia Guardian

Muore al Martini dopo 4 giorni di barella, il figlio: «Ditemi come è morta mia mamma»

Vuole capirci di più non solo il figlio della donna, ma anche la Procura di Torino che con il sostituto procuratore Elisa Buffa ha aperto un'indagine per omicidio colposo a carico di ignoti

TORINO - La speranza è quella di sapere già domani come sia morta Emilia Guardian, la 95enne che si è spenta la scorsa settimana al pronto soccorso dell’ospedale Martini, dopo quattro giorni di barella in attesa che si liberasse un posto in reparto. A chiedere giustizia è il figlio che ha passato le ultime ore di vita della genitrice accanto a lei seduto su una sedia a rotelle e che ora chiede il perché di un decesso arrivato in seguito a un ricovero per una spalla fratturata. Sul caso la Procura di Torino ha aperto un’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti e disposto l’autopsia.

Caduta, triplo pronto soccorso e decesso
E’ successo tutto in pochi giorni. Tutto è cominciato dalla caduta dal letto di Emilia Guardian, 95 anni, che le è costato la frattura a una spalla. Le prime cure l’anziana le aveva ricevute dai medici del Maria Vittoria che l’avevano dimessa dopo averle fatto i raggi e averle fatto un bendaggio rigido. Ma il dolore alla spalla non è passato e così il figlio ha riportato la madre al pronto soccorso, questa volta dell’ospedale Martini in via Tofane. Ancora una volta viene dimessa ma, come la prima volta, a casa il dolore si fa sentire nuovamente, così mamma e figlio tornano al Martini. E questa volta però la situazione precipita con Emilia costretta su una barella perché i reparto sono troppo pieni. Morirà proprio su quella barella dopo quattro giorni, il 19 aprile.

Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore
L’esposto del figlio della vittima è stato tradotto in un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. A occuparsene è il sostituto procuratore Elisa Buffa, la quale ha disposto l’autopsia e fatto rimandare i funerali inizialmente previsti per venerdì. Ci sarà da valutare se ci siano responsabilità da parte delle due strutture sanitarie che hanno avuto in cura la donna.