24 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La novità da Torino

Inizia il «Tg Rom», da Torino il progetto da un milione di euro di finanziamenti

«L’iniziativa ha svegliato l’orgoglio di questi giovani che, finalmente, possono raccontarsi in prima persona, mettendosi in gioco e tentando di combattere i tanti luoghi comuni che spesso ne calpestano la dignità e la voglia di futuro»

TORINO - Questa mattina da Torino ha preso il via il primo «Tg Rom», un progetto nato dall’iniziativa di Idea Rom Onlus, associazione fondata da donne rom torinesi, e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando giovani 2015. Riceverà complessivamente un milione di euro di finanziamenti. Un vero e proprio telegiornale che si rivolge in particolare ai ragazzi dai 14 ai 25 anni che, come focus, parla delle proprie comunità. Il telegiornale è visibile sia su www.tgrom.it che sui social network.

Il primo telegiornale rom in Italia
Il progetto è unico nel suo genere in tutta Italia. «L’iniziativa», dicono gli organizzatore, «ha svegliato l’orgoglio di questi giovani che, finalmente, possono raccontarsi in prima persona, mettendosi in gioco e tentando di combattere i tanti luoghi comuni che spesso ne calpestano la dignità e la voglia di futuro». Giovani ma non solo: nell’iniziativa rientrano anche alcuni giornalisti professionisti e la Regione Piemonte che ha dato il proprio patrocinio.

Cosa ne pensano i torinesi dei Rom?
Si è aperto con questo servizio il primo telegiornale. "Cosa ne pensano i torinesi dei rom?" le risposte sono state raccolte in via Garibaldi, nel centro di Torino, con passanti che hanno dato le risposte più diverse. A partire dalla prima persona intervistata, assolutamente contrariata dall'argomento: "Non mi piacciono", dice, "se ne andassero in un altro posto oppure, non so, se non ci fossero staremmo tutti bene anche perché rubano». C'è anche chi è più diplomatico: "Un po' hanno ragione e un po' hanno torto, c'è chi si è integrato e chi no".

Contro il disagio giovanile
«Da molti anni sosteniamo iniziative», ha spiegato il presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert, «per contrastare le diverse forme di disagio giovanile e per stimolare la partecipazione attiva dei giovani nella vita delle loro comunità. Il nostro obiettivo è quello di far sì che i giovani siano protagonisti del cambiamento».