19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Verso le elezioni comunali

Bufera pre elettorale, per la «Lista del Grillo» a Torino firmano anche i morti

Due firme sono risultate essere messe da persone decedute tre anni fa. Il Movimento 5 Stelle è sul piede di guerra: «O Rabellino e i suoi amici fanno resuscitare i morti, oppure è stato compiuto un illecito nella compilazione dei moduli»

TORINO - «O Rabellino e i suoi amici fanno resuscitare i morti, oppure è stato compiuto un illecito nella compilazione dei moduli di cui chiederemo conto quanto prima in Procura». L’accusa è del Movimento 5 Stelle che, nel giorno della presentazione del ricorso al Tar contro la lista "Grillo parlante - No euro», scopre anche che nella lista di Renzo Rabellino, già noto per sei liste irregolari presentate nelle elezioni regionali del 2010 e per cui è stato già condannato a due anni e dieci mesi, sono presenti alcune firme di persone decedute tre anni fa. I nomi dei defunti sono depennati a onor di cronaca, ma il fatto che siano su quei fogli presentati ufficialmente negli scorsi giorni rischia di gettare ombra su tutta la lista. E non si capisce come sia possibile una cosa del genere.

Nomi cancellati e persone morte su liste autenticate
Negli atti di sottoscrizione della lista «del Grillo» risultano esserci molte firme cancellate associati a nomi di persone che risultano essere decedute prima della data di apposizione della firma stessa. Un caso strano, su cui potrebbe intervenire la magistratura per fare le opportune verifiche visto che quei fogli sono stati autenticati dal consigliere comunale Fernando Berthier il quale, intervistato da La Stampa, ha detto che quei nomi potrebbero essere stati aggiunti dopo: «Può darsi che non abbia chiuso qualche foglio e siano stati aggiunti e poi tolti. Prendo le distanze da questa vicenda». Eppure a ben vedere quelle liste, Franco F. e Alfio C., entrambi morti da quasi tre anni, avrebbero firmato lo scorso 24 marzo.

L’attacco del Movimento 5 Stelle
«Il professionista delle liste tarocche e dei candidati quasi omonimi, Renzo Rabellino, insieme ai suoi sodali Noccetti, Calleri e compagnia attenzionata dalla Procura torinese, colpisce ancora», dicono in coro Davide Bono e Chiara Appendino, «Non pago della condanna a 2 anni e 10 mesi per le firme false alle regionali 2010, con interdizione dai pubblici uffici e sospensione dei diritti elettorali per 5 anni, delle accuse di truffa per residenza fittizia a Sambuco con cui avrebbe preso per anni rimborsi non dovuti dalla Provincia di Torino, dopo averci provato alle amministrative del 2012, ricusato alle politiche del 2013 e alle regionali del 2014, ci riprova con ben 6 liste a Torino. Ci chiediamo però come sia possibile che ancora non siano state prese misure di prevenzione verso determinati soggetti che reiterano gli illeciti, prendendosi gioco del regolare esercizio della democrazia italiana?».