18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Esclusiva Diario di Torino

Salvini intervistato da DdT: «Fassino bocciato con aggravante, al ballottaggio voterei Appendino»

Abbiamo intervistato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Che cosa faranno gli elettori torinesi leghisti? E se vincesse Appendino cosa cambierebbe per Torino? Ecco cosa ci ha risposto

TORINO - Mancano pochi giorni al ballottaggio. I due candidati che si giocano il posto da sindaco, Piero Fassino da una parte e Chiara Appendino dall’altra, hanno passato quasi due settimane a cercare di convincere gli elettori che nel primo turno di voti, lo scorso 5 giugno, non aveva dato loro la preferenza o si era astenuto dall’andare alle urne, che puntare su di loro fosse la scelta giusta. Se sono partiti entrambi parlando del programma che vorrebbero mettere in atto qualora siano eletti, negli ultimi giorni la sfida si è arricchita di attacchi all’avversario sempre meno velati e più diretti. Il risultato? Si saprà solo il 19 giugno. Importanti per il ballottaggio, come detto, saranno gli elettori «degli altri partiti», come la Lega Nord che al primo turno ha totalizzato il 5,7% di preferenze e l’8,3% come coalizione. Per parlare del voto di domenica abbiamo quindi sentito telefonicamente il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini (ascolta l'intervista nel riquadro prima dell'articolo).

Buongiorno Salvini, parlando di ballottaggio qui a Torino ha già detto per chi voterebbe lei tra Fassino e Appendino, conferma la candidata del Movimento 5 Stelle?
Noi non appoggiamo direttamente nessuno anche perché fortunatamente nel 2016 gli elettori sono liberi e non di proprietà di questo o di quel partito. Ribadisco però una cosa che vale per Torino come per qualsiasi altra città: laddove non ci fosse la Lega o il centrodestra al ballottaggio eviterei di votare per il sindaco di sinistra uscente.

Quindi a Torino Appendino appunto…
Ma se io abitassi a Torino proverei a cambiare e il cambiamento non è sicuramente Fassino. Quindi voterei Appendino sì. Gli elettori della Lega torinesi faranno invece quello che credono.

Il più eletto per il Comune, Fabrizio Ricca, ha già detto che non voterà proprio. In quanti secondo lei nella Lega torinese lo seguiranno astenendosi?
Non lo so, ma a me non votare non piace. Ritengo che votare sia un diritto e un dovere e quindi scelgo il meglio e dove c’è la Lega ovviamente vado tranquillo o il meno peggio quando non c’è la Lega. Io a Fassino ad esempio rimprovero oltre alla pessima gestione della città anche il fatto che lui in questi anni avrebbe dovuto rappresentare tutti i sindaci italiani nelle trattative con il Governo, Governo che invece ha derubato i sindaci e i Comuni italiani svuotandone le casse senza che Fassino muovesse un dito in difesa, quindi ulteriore aggravante.                      

Se Chiara Appendino dovesse farcela si aprirebbe un nuovo scenario di collaborazione tra voi a il Movimento 5 Stelle visto il vostro appoggio? O è un voto quasi solo contro Fassino e il Pd?
No nessuno scenario di collaborazione. E’ una bocciatura dei sindaci di sinistra uscenti da Roma, come a Torino, come spero a Milano e Bologna. Da Cinque Stelle però ci divide e ci allontana la diversa concezione del tema sicurezza, immigrazione, Islam: mi pare che loro su questi abbiano le idee un po’ confuse, nel senso che uno dice una cosa, uno ne fa un’altra, mentre per quanto riguarda la Lega è chiaro che ci sono troppi clandestini in Italia, i campi rom vanno smantellati, la presenza islamica è un rischio in questo momento e quindi diciamo «no» a ulteriore concessione di moschee e luoghi di culto. Su questo dovrò capire i Cinque Stelle cosa vogliono fare perché penso che nessuno lo abbia capito.

Ha parlato di immigrati: lei Salvini è stato spesso a Torino e ha visitato l’ex Moi di via Giordano Bruno e le palazzine occupate. Secondo lei come si risolve il problema che sembra irrisolvibile?
Le soluzioni ci sono, volere è potere. Non si vogliono trovare le soluzioni. Quelle palazzine sono una vergogna a cielo aperto che io ormai ho visitato già due o tre volte. Lì va fatto questo benedetto censimento. Non so cosa ci voglia a censire qualche centinaio di abusivi e vanno sgomberati. Con la fame di casa, con la fame di giustizia e la fame di lavoro che c’è a Torino non è possibile che ci siano parti di città dove non si vuole intervenire. Fassino non l’ha fatto perché non l’ha voluto fare.

Poteste decidere voi le politiche da adottare in questo caso, cosa fareste?
Ci fossimo noi in Comune, senza miracoli, senza promesse di risolvere il problema in un quarto d’ora, ma in qualche settimana quel quartiere lo bonifichi, lo sgomberi, lo risistemi e assegni quegli spazi a chi ne ha diritto.

E se vincessero i Cinque Stelle qui a Torino ragionereste con loro in tal senso?
Si dovrebbe fare quello che ho detto prima non tanto nell’interesse della Lega, quando nell’interesse dei torinesi. Non è possibile che un mercato come quello di Porta Palazzo che è bellissimo e ha cent’anni di storia e che in altre capitali europee sarebbe valorizzato turisticamente, qui preveda delle gincane rendendo la vita impossibile per chi vuole solo lavorarci o andarci a comprare. Non occorrono miracoli, occorre un po’ di buonsenso, di polso fermo e di rispetto della legge quindi chiunque vinca, e nel caso di Torino mi auguro Appendino, avrà sicuramente sul suo tavolo le proposte della Lega da questo punto di vista.

Ultima domanda. Voi avete preso più dell’8% come coalizione, quella di Forza Italia e di Roberto Rosso oltre il 5% a testa. Insieme avreste toccato il 20% delle preferenze. Perché invece non riuscite proprio ad andare uniti?
Il centrodestra qui è sempre diviso, io non lo so il perché. C’è sempre questa squadra divisa, ma non solo alle ultime comunali, anche alle penultime e così via. Ci metterò occhio partendo proprio dalla Lega e guardando il resto del centrodestra perché non è possibile avere, rimanendo in Piemonte, ottimi risultati da Novara a Trecate, da Domodossola a Carmagnola e in città andare sempre in ordine sparso. Evidentemente ci sono anche problemi che arrivano dal passato, mi rifiuto di pensare che la prossima volta la Lega e il centrodestra non offrano ai torinesi un’alternativa comune, seria e concreta. Con un lavoro di questo genere al ballottaggio ci saremmo arrivati noi.