29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Manifestazioni No-Tav

Poliziotti aggrediti al cantiere Tav, eseguite diciotto misure cautelari

I provvedimenti messi in pratica dalla DIGOS nei confronti di altrettanti facinorosi responsabili degli scontri del 28 giugno 2015. Eseguiti anche due ulteriori fermi

TORINO - Diciotto misure cautelari, equamente divise tra arresti domiciliari e obblighi di presentazione quotidiani alla polizia giudiziaria. Destinatari di tali provvedimenti, i facinorosi che un anno fa a Chiomonte aggredirono alcuni agenti durante una manifestazione No-Tav.

Gli scontri del giugno 2015
Quel giorno – era il 28 giugno 2015 – 1500 dimostranti sfilarono su iniziativa del «Coordinamento Comitati NO-TAV», in una manifestazione denominata «Al cantiere tutti/e insieme contro TAV e grandi opere». Di questo gruppo, circa 500 persone erano aderenti all’area antagonista e un centinaio di esse proveniva da altre città italiane quali Alessandria, Bologna, Roma, Reggio Emilia e Modena. Durante l’iniziativa di protesta, si verificarono a più riprese aggressioni ai danni degli uomini delle forze dell’ordine, i quali erano posti a presidio del cantiere Tav. In particolare, un gruppo composto da un centinaio di facinorosi – la maggior parte dei quali travisati ed indossanti abbigliamento di colore scuro – agendo compatti e tramite azioni ben programmate lanciarono svariati oggetti contundenti, artifizi pirotecnici ed esplodenti ferendo alcuni agenti.

Il sequestro del furgone e le denunce
Subito dopo i fatti, la DIGOS mise sotto sequestro il furgone che i malintenzionati avevano usato come mezzo di supporto logistico e, al suo interno, fu rinvenuto diverso materiale da essi utilizzato per sferrare i violenti attacchi contro le forze dell’ordine, tra cui scudi in plexiglas, maschere antigas, occhiali protettivi, tute nere e vario materiale esplodente. Indagini successive permisero di identificare gli autori dei fatti e denunciarli per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali ed esplosioni di ordigni con la finalità di turbare l’ordine pubblico.

Altri due fermi
Contestualmente, si è provveduto ad eseguire il decreto di fermo nei confronti di due attivisti del movimento antagonista – uno residente a Torino e l’altro a Modena – responsabili dei medesimi fatti contestati ai destinatari delle misure cautelari di cui sopra.