19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Il ricordo degli amici

«Ogni volta che ti penseremo ci scenderà una lacrima in memoria del tuo sorriso»

Amici, parenti e fidanzata hanno voluto scrivere una lettera per Giuseppe Dentamaro, il ragazzo di 31 anni morto nella notte tra domenica e lunedì scorsi cadendo dai Murazzi: «L'eternità del suo silenzio, forse, gli darà la possibilità di replicare solo attraverso la voce dei tanti che, come noi, lo conoscevano davvero»

TORINO - L'ultimo saluto a Giuseppe Dentamaro sarà dato oggi alle 10 nella chiesa di Santa Giulia. Un addio difficile da dare, una tragedia che ha colpito amici, familiari e Francesca, la fidanzata, che non hanno solo perso una persona cara, ma un ragazzo di appena 31 anni che sorrideva sempre alla vita nonostante le mille difficoltà. La sua morte, avvenuta nella notte tra domenica e lunedì scorsi, non è passata inosservata, anzi, su tutti i giornali se n'è parlato perché avvenuta dopo il Kappa FuturFest, il festival di musica elettronica al Parco Dora, e perché la vita di Beppe - così lo chiamano gli amici - si è spenta cadendo dal parapetto dei Murazzi. Probabilmente aveva esagerato nelle ore precedenti, anzi di sicuro si era lasciato andare, ma chi lo conosce bene ha voluto scrivere una lettera in sua memoria per poter ricordare chi era davvero Giuseppe Dentamaro e non farlo passare solo per quello che è stato negli ultimi istanti. Era un «compagno meraviglioso» per Francesca, la fidanzata con cui sarebbe partito a breve per le vacanze. «Più di un fratello, un migliore amico» per Davide, suo fratello di sangue che dice che «Beppe mi ha reso forte e da lui ho imparato molto di come ci si comporta in mezzo alla gente». Oggi tutti loro lo saluteranno in chiesa prima del viaggio verso il cimitero di Sassi.

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La lettera per Beppe
Beppe è (e resterà sempre) un compagno meraviglioso, per Francesca. Loro, due fidanzati che sarebbero tra poco andati in vacanza e al ritorno avrebbero cominciato a pensare a una vita diversa insieme, magari con l'arrivo di un figlio. Perché, quasi certamente, Beppe sarebbe stato un buon padre, così come a 31 anni era un compagno innamorato, un fratello sincero e un figlio appassionato. Una tragica fatalità ha strappato Beppe alla sua famiglia - la madre Nuccia, il papà Gianni e il fratello 20enne Davide - a Francesca, a noi amici, alla vita. E a tutti coloro che gli volevano bene, che ora vagano alla ricerca delle ragioni del suo cuore chiedendosi il perché di una fine tanto misteriosa quando assurda. Una strada che, evidentemente, Beppe ha ritenuto opportuno indicarci da un'altra via che forse un giorno saremo in grado di comprendere. Lui, che ha sempre pensato prima ai problemi degli altri che a se stesso, disposto a farsi in quattro per tutti, ora costringerà gli altri a pensare, anche solo per brevi istanti, a lui e alla sua vita prima di quel salto in grado di lasciare un vuoto probabilmente incolmabile.

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Il ricordo del fratello Davide
Mio fratello era una di quelle persone a cui bastavano poche parole per diventare amico di qualcuno, di certo la sua faccia tosta e il suo sorriso lo aiutavano. Amava il calcio, i videogiochi e gli animali. E per me era più di un fratello, era il mio migliore amico. Si dice che i fratelli non si scelgono ma io Beppe lo avrei scelto comunque. Quando penso a lui mi vengono in mente solo ricordi felici: Beppe mi ha reso forte e da lui ho imparato molto di come ci si comporta in mezzo alla gente. Non siamo mai state persone da 'parole al miele'... ma ora, che non è più fisicamente accanto a me, ho il bisogno di dirgli quello che sento: ti voglio bene Beppe, so che mi sei vicino e so che continuerai a proteggere me e tutte le persone che hai amato. E vorrei dirti un'ultima grande cosa, big brother: non ti preoccupare, ora ci penso io.

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Un sorriso contagioso
Lavoratore instancabile, amico con la A maiuscola, pieno di energia e vitalità, Beppe è stato forse colpevole di essersi lasciato andare in una notte sbagliata, dopo una festa che per migliaia di ragazzi (che piaccia o meno) vuol dire trasgressione senza riserve, una dolce evasione dal lavoro o dalle piccole amarezze della vita di tutti i giorni. Screditato da parte della stampa ed etichettato dalle autorità come simbolo di un divertimento "cattivo", Beppe è diventato inconsapevolmente l'emblema di un mondo sui cui la folla ama puntare il dito, quasi a prescindere. L'eternità del suo silenzio, forse, gli darà la possibilità di replicare solo attraverso la voce dei tanti che, come noi, lo conoscevano davvero. A cui Beppino, senza saperlo, ha portato via un pezzo di cuore. E ora che il suo non potrà più battere per emozionarci e alimentare quel suo solito sorrisetto irriverente e contagioso, il nostro battito compenserà nel suo ricordo cadenzando un ritmo su cui balleremo tutti assieme, ogni volta che penseremo a lui e una lacrima scenderà in memoria di quel sorriso.

Firmato: gli amici di Beppe