29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
In giro per Torino

Dal Valentino alla Tesoriera a piazza Benefica, la tristezza delle fontane spente a Torino

Tra lavori di manutenzione «obbligatori» e logorio del tempo, sono tante le fontane spente in città. Il problema è dato anche dalle poche risorse che il Comune può mettere a disposizione per la loro cura e manutenzione

TORINO - Quante foto ricordo di matrimoni sono state scattate all’interno del parco del Valentino davanti alla Fontana dei Dodici Mesi? Quanti sono rimasti incantati guardando lo zampillo e il cuore rosso luminoso al centro e al fondo della fontana? In entrambe le domande la risposta è «tantissimi». Peccato che dallo scorso marzo tutto sia cambiato, da quando il Comune di Torino ha deciso di aprire letteralmente un cantiere per il restauro delle dodici statue e dell’enorme vasca ovale. Da allora la fontana del Valentino non si può più vedere, se non oltre la recinzione posta tutta intorno. Gli interventi però erano necessari dopo che nel 2003, quindi 13 anni fa, fu realizzato il restauro solo all’impianto idrico e fu impermeabilizzata la vasca. Ora è toccato anche alle sculture che rappresentano i quattro fiumi della città per cui la Soprintendenza ha dovuto dare la propria approvazione.

Le fontane di Torino messe male
Se il cantiere della Fontana dei Mesi del parco del Valentino è più che giustificato, altrettanto non si può dire di altre fontane presenti nelle piazze auliche cittadine, in aree verdi e nei quartieri più periferici. Un esempio ne è la Fontana di Vetro di piazza Benefica, quella della discordia per cui l’amministrazione spende mille euro al mese da oltre due anni per mantenere l’impalcatura che vi è a protezione. In pochi ormai si ricordano com’era quando la fontana era attiva perché tutti ormai sono abituati al triste spettacolo che c’è al centro della piazza a causa di alcuni danni strutturali subiti dalla «scultura» che ne suggerirebbero la rimozione. In futuro, chissà quando, potrebbe invece essere spostata in un altro luogo della città. Di spostare invece la fontana simbolo delle Vallette non ci ha mai pensato nessuno. Anzi, quattro anni fa il Comune di Torino decise di spegnerla per risparmiare soldi pubblici. Una scelta molto criticata che però col tempo è finita nel dimenticatoio, fatto salvo meno di un mese fa quando è tornata a far parlare di sé per il cedimento della struttura di mattoni, pietra e metallo che avrebbe potuto colpire qualcuno. Da annoverare ancora il «Po» e la «Dora» di piazza Cln, due delle fontane più fotografate della città da torinesi e turisti. Spesso, anche a causa dei vandali oppure di problemi all’impianto elettrico, le si vedono spente: l’ultima volte poche settimane fa. Smat due anni fa spese 40mila euro per rimettere invece a posto le vasche e l’impianto idrico viste alcune perdite che finivano direttamente nel parcheggio sotterraneo del centro. Infine, passando al quartiere Parella, facendo un giro al parco della Tesoriera non si può che notare la fontana centrale che il più delle volte risulta essere spenta. Ormai lo è da oltre un anno.

I 390mila euro spesi dal Comune
A Torino ci sono quasi 200 fontane. Per il 2016 l’amministrazione comunale ha destinato 300mila euro per la manutenzione delle cento fontane storiche, più quasi altri 90mila per quelle (un’ottantina) definite «ornamentali». Per queste ultime il Comune baderà soprattutto all’usura dei materiali: ognuna è dotata di almeno una pompa per il ricircolo dell’acqua che, in media, ha una durata che va dai sei ai dieci anni. La cifra purtroppo però è poca per riuscire a rivitalizzare tutte le fontane cittadine.