16 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Myriophyllum aquaticum

Il «millefoglio» fa paura, necessaria una rimozione urgente: ecco quando e come si interverrà

L'intervento, su indicazione di tecnici ed esperti, sarà nuovamente manuale, come quello dello scorso 11 agosto ma con qualche correzione. E' importante agire con la massima velocità

TORINO - Rimuovere il Myriophyllum e farlo in fretta, con un intervento «fotocopia» di quello già eseguito dai volontari lo scorso 11 agosto. E’ questa l’indicazione arrivata dal tavolo tecnico regionale, riunitosi con urgenza per trovare una soluzione al «tappeto verde» che ricopre il nostro amato fiume Po. Gli esperti, dopo aver analizzato con cura lo svolgersi dei fatti da giugno a oggi, hanno stilato un documento che riserva precise indicazioni e disposizioni al Comune di Torino su come risolvere il problema della pianta esotica invasiva. Dopo mille discussioni, dibattiti e polemiche, i tecnici hanno sentenziato che servirà nuovamente un intervento manuale, purché quest’ultimo venga eseguito in maniera opportuna. L’intervento deve essere fatto entro fine settembre, quindi il tempo per agire è davvero poco.

Come e quando intervenire per eradicare il Myriophyllum
Come mai bisogna agire velocemente? Il motivo è presto detto: le piogge autunnali, se copiose, potrebbero ingrossare le acque del fiume e disperdere pezzi di Myriophyllum lungo il letto del Po. Niente intervento meccanico, come invocato da molti: non c’è tempo per pianificare un lavoro che avrebbe comunque un costo sicuramente oneroso per le casse comunali. Prima dell’intervento manuale, sarà però necessario pulire le acque del fiume, togliendo la vegetazione emergente in modo tale da poter vedere i fondali. Ma c’è di più: per assicurarsi della rimozione totale della pianta tropicale, verranno impiegate anche squadre di sommozzatori. Il rischio è che durante l’eradicazione il Myriophyllum possa disperdersi e spostarsi a valle, infestando campi e risaie. Per questo motivo verrà introdotta una barriera protettiva, in modo da bloccare ogni pezzettino residuo.

Intervento provvisorio, la situazione andrà monitorata per anni
Ed è proprio sul tanto discusso intervento manuale dello scorso agosto che i tecnici hanno espresso un parere favorevole: «Giusto agire così. Rispetto ad agosto la presenza del Myriophyllum è diminuita dell’80%». Il prato verde che tutti i torinesi vedono ogni giorno, camminando lungo il fiume Po, è fatto di piante autoctone. Quest’ultime non sono dannose e sono presenti a causa di molteplici fattori tra cui una corrente praticamente ferma, tanto da far sembrare il fiume un vero e proprio stagno. L’intervento delle prossime settimane basterà a risolvere il problema in maniera definitiva? No, nessun intervento sarà risolutivo. Servirà in tal senso un'azione di monitoraggio continuo che potrebbe durare addirittura diversi anni. Accantonata per il momento l’ipotesi di un vero e proprio dragaggio del fiume: si parla infatti di un intervento molto delicato e costoso, visto che l’ultimo è costato ben 600.000 euro. Reperire simili fondi in tempo breve è tecnicamente impossibile.

Facciamo chiarezza sulla storia del Myriophyllum aquaticum
Si è tanto dibattuto in questi mesi riguardo alle presunte «alghe» sul fiume Po. Il clamore della notizia ha fatto si che si creasse tanta confusione in merito, pertanto è necessario fare chiarezza. La specie è stata vista per la prima volta a giugno, in una vasca del Giardino Roccioso. La rimozione è avvenuta correttamente e nulla lascia pensare che vi sia un legame tra la presenza della pianta esotica nel ruscello del Giardino Roccioso e nelle acque del fiume Po. A luglio il Myriophyllum è stato visto dall’Ipla per la prima volta nel fiume, nel tratto dei Murazzi. Ad agosto l’intervento manuale ha permesso di eliminarne una gran parte, ma non è bastato a debellare completamente il problema. La questione, vista la grande importanza per l’equilibrio della flora e della fauna, è arrivata persino al ministero nei primi di settembre. A fine mese il prossimo step, sperando che la situazione possa migliorare. Rimangono slegate altre due questioni: la salute del fiume Po e la poca educazione di chi ne inquina le acque gettando rifiuti e sporcizia. E’ infatti probabile che il Myriophyllum sia arrivato nel Po a causa dell’imprudenza di qualche acquariofilo che se n’è disfatto, creando un danno enorme all’equilibrio del fiume.