13 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Salone del Libro

Salone del Libro, è rebus sulla data torinese: la proposta di Chiamparino

Tra le tante questioni rimaste irrisolte, la più importante sembra essere quella della data in cui organizzare la manifestazione torinese. Chiamparino e Appendino intanto fanno squadra: «Sarà un Salone straordinario»

TORINO - Dopo lo strappo con gli editori, la sindaca Chiara Appendino e il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino sono al lavoro per organizzare la trentesima edizione di quello che da tutti è considerato «IL» Salone del Libro. Tra le mille questioni da affrontare, una delle discriminanti più importanti da tenere in considerazione per vincere la partita con Milano riguarda la scelta della data. Il motivo è presto detto: organizzare il Salone del Libro troppo vicino alla rassegna milanese rischierebbe inevitabilmente di creare una dispersione del pubblico. 

Rebus date, ecco le possibili soluzioni
Forti dell’appoggio del Mibact (Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo), Sergio Chiamparino ha proposto di realizzare il Salone in primavera, ma una data definitiva non è ancora stata decisa. Qualche notizia in più potrebbe arrivare dall’incontro tra il ministro Dario Franceschini, presente a Torino per il Salone del Gusto, e la sindaca Appendino. Un periodo si può sicuramente escludere: quello compreso tra il 19 e il 23 aprile. Secondo le ultime indiscrezioni è in quei giorni che dovrebbe svolgersi il Salone milanese, una data «obbligata» dall’agenda fitta di Fiera Milano. Quando organizzare il Salone del Libro di Torino? Fino a qualche settimana fa il periodo indicato erano i cinque giorni del 18,19,20,21 e 22 maggio, ma non è certo che tutte le parti in causa scelgano questa data.

Chiamparino e Appendino, determinazione e rabbia torinese
Al di là delle date, vi sono poi tante questioni logistiche. La certezza si chiama Lingotto, la location scelta per ospitare l’evento a condizioni economiche decisamente favorevoli. La frattura con l’Aie invece preoccupa e non poco. La sindaca Chiara Appendino, arrabbiata per la frattura degli scorsi giorni, ha tuonato: «Torino non si è mai tirata indietro di fronte alle difficoltà. Forti della nostra tradizione, con orgoglio e professionalità organizzeremo un Salone del Libro straordinario». Nonostante il partito e uno storico completamente diverso, gli fa eco Sergio Chiamparino che con una semplice frase tira fuori tutta la determinazione torinese: «Davide può battere Golia, non sarebbe la prima volta». I prossimi appuntamenti saranno l’Assemblea dei Soci e il Consiglio, per approvare il nuovo statuto ed essere operativi il prima possibile. La «palla» passa ora a Massimo Bray, neo presidente della Fondazione: a lui il compito di dirigere la Squadra del Libro di Torino. L’avversario? Dopo le recenti controversie, inutile negarlo, la Fabbrica del Libro di Milano. Torino ha voglia di vincere questa partita. Per farlo è pronta a scendere in campo con le «armi» che l’hanno sempre contraddistinta: tradizione, cultura e amore per i libri.