29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Punti di vista diversi in Giunta

Lo Scooter Sharing divide la sindaca e l’assessore alla Viabilità: «Per me non si fa, punto»

La consigliera Chiara Appendino era stata tra le promotrici dello Scooter Sharing a Torino quale mezzo per il miglioramento della viabilità in città. Non la pensa allo stesso modo Maria Lapietra, l'attuale assessore alla Viabilità

TORINO - Non nascerà una polemica né contrasti interni alla Giunta comunale, ma la differenza di vedute su un tema comunque importante come quello della mobilità alternativa all’auto rischia di dare un argomento all’opposizione su cui giocare e non poco in Sala Rossa. Quando abbiamo provato a portare in auge la questione dello Scooter Sharing, dopo la sperimentazione mai fatta dall’amministrazione Fassino nonostante una mozione approvata e tante parole, l’assessore ai Trasporti Maria Lapietra ci ha spiazzati: «Non si farà alcuna sperimentazione», ha detto e ribadito, «mobilità alternativa all’auto vuol dire bicicletta e mezzi pubblici, non scooter. Questo è un mezzo ingestibile». Una chiusura netta che ha motivato con la difficoltà che si ha nel riuscire a regolamentare le due ruote e nel poterle sanzionare. Quindi con altri 100-150 mezzi in giro per la città per l’assessore sarebbe solo peggio. E questo è chiaro, ma va completamente in contrasto con quanto fatto nei mesi addietro dall’attuale sindaca Chiara Appendino.

La consigliera Appendino tra le promotrici
Era il 2 ottobre 2015 quando a mezzogiorno di fronte a Palazzo Civico veniva presentato il progetto alla stampa. A studiare la mozione che sarebbe stata poi votata con favore dal Consiglio comunale il 15 febbraio 2016 erano stati i giovani consiglieri della Sala Rossa, gli Under 40 Mimmo Carretta, Fabrizio Ricca, Silvio Magliano, Federica Scanderebech, Giovanni Porcino, l’allora presidente del Consiglio, e diversi altri tra cui la grillina Chiara Appendino. Con il documento firmato anche dall’attuale prima cittadina di Torino si chiedeva alla Giunta Fassino di ampliare la proposta di sharing con l’inserimento dello Scooter Sharing per il miglioramento della viabilità in città. L’idea piacque molto, tanto da ricevere 27 voti favorevoli e il consenso anche di Claudio Lubatti, assessore alla Viabilità in quel momento. Si parlò della primavera o al massimo dell’inizio dell’estate per l’avvio di una sperimentazione che, molto probabilmente, si sarebbe fatta nel quartiere San Salvario dove c’è da ovviare al problema dei parcheggi.

La chiusura della nuova amministrazione
Quella sperimentazione non si è mai fatta. Complice una campagna elettorale ormai nel vivo e un cambio di amministrazione a inizio estate, lo Scooter Sharing a Torino non si è mai visto. E pensare che c’era chi era già interessato a investire: l’Eni ha già messo a disposizione dei milanesi una flotta di oltre 150 mezzi a due ruote e con il Car Sharing «Enjoy» in funzione da mesi nel capoluogo piemontese, si sarebbe trattato di aumentare l’investimento. Cosa che la società era disposta a fare. Ma nulla: «Dobbiamo disincentivare l’uso dell’auto con le biciclette per esempio», ci spiega l’assessore Lapietra mostrandoci quanto si sta studiando e si sta per sperimentare in corso Principe Oddone, con i due controviali del tratto del passante ferroviario che prestissimo avranno un limite di velocità di 20 chilometri orari per permettere ai ciclisti di percorrerli in tutta sicurezza. «Anche piazza Statuto sarà completata a regola d’arte per il passaggio delle biciclette», ci dicono i tecnici del Comune, «ci sarà una pista ciclabile ad anello che darà la possibilità di pedalare sempre in sicurezza».