20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
R@dhome

Il paziente? Resta a casa, la radiografia si fa a domicilio: ecco chi potrà beneficiarne

Il progetto, gradito soprattutto dalle persone anziane e dai genitori di bambini piccoli, verrà esportato in tutto il Piemonte. I medici e i macchinari necessari arriveranno direttamente nelle case dei pazienti

TORINO - Difficoltà a raggiungere l’ospedale per un esame radiologico? Nessun problema, il macchinario e il medico arriveranno direttamente a casa vostra. Si chiama «R@dhome», è un progetto di radiologia a domicilio che dopo gli ottimi risultati conseguiti negli ultimi anni verrà esportato in tutto il Piemonte. Anziani, famiglie con ragazzi disabili o bambini piccoli: si tratta di un’ottima notizia per le persone che faticavano a raggiungere un presidio medico per sostenere un esame. Il progetto mira a eliminare il più possibile tutti i disagi dei pazienti e ampliare l’assistenza territoriale, portando la radiologia domiciliare ai pazienti cronici.

Il successo della sperimentazione
Il servizio, come detto, è già attivo da un po’ di anni (la Città della Salute ha già eseguito 3000 esami diagnostici a domicilio) ed è curato da Ottavio Davini e dalla sua squadra della Radiologia 2. Per attivarlo è necessario che il paziente sia nella propria casa quando il medico, accompagnato da tutta la strumentazione del caso, suona alla porta. L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta spiega: «Vogliamo diffondere il progetto, incrementandolo nella realtà torinese e nel resto del Piemonte». Il primo passo sarà dunque quello di garantire la copertura in tutta la città di Torino. 

A chi è rivolto il servizio?

  • Pazienti coinvolti sono quelli affetti da patologie neurologiche degenerative e progressive in fase avanzata
  • Malati cronici
  • Pazienti affetti da patologie polmonari, cardiache, oncologiche, osteoarticolari
  • Pazienti sottoposti a interventi ortopedici per traumi o gravi patologie osteoarticolari
  • Pazienti disabili con difficoltà di movimento o non deambulanti
  • Pazienti non autosufficienti; pazienti fragili e con patologie in atto

Non potranno ovviamente essere prese in considerazione giustificazioni futili come una semplice storta o una patologia poco grave. Filtrare le richieste sarà dunque fondamentale. Secondo una prima stima, i pazienti da raggiungere a domicilio potrebbero essere tra i 1000 e i 2000 solo a Torino.

200.000 euro di finanziamento dalla Regione
La Giunta regionale, dopo aver appurato degli ottimi risultati della sperimentazione, ha deciso di finanziare il progetto con 200.000 euro. Lo stanziamento delle risorse avverrà già quest’anno. Il progetto verrà poi esteso alla popolazione carceraria, ma avrà una declinazione rivolta alle attività di screening radiologico della malattia tubercolare rivolto ai migranti del programma «Triton frontex», provenienti da paesi ad alta endemia. In questo caso il progetto, affidato sempre alla Città della Salute, si avvale della collaborazione con il SeReMi, il cui finanziamento è di 30.000 euro.