19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Mercato ittico

Porta Palazzo, addio al mercato ittico? «Lavori urgenti, ma mancano i fondi...»

Locali inagibili, celle frigorifere irraggiungibili, infiltrazioni d’acqua e ladri: non c’è pace per gli ambulanti di Porta Palazzo. L’assessore Sacco: «Grande difficoltà, non abbiamo grandi disponibilità economiche». Spunta a sorpresa una possibile soluzione

TORINO - Il mercato ittico coperto di Porta Palazzo rischia la chiusura. Dopo mesi di problemi e degrado, la struttura versa ormai in uno stato di semi-abbandono, in una situazione di difficoltà permanente: nella parte superiore, quella esposta, vi sono la metà dei banconi rispetto al passato in quanto molti ambulanti hanno deciso di andarsene. Le condizioni peggiorano se ci si sposta più in basso, sottoterra, dove i commercianti conservano il pesce. I locali in cui dovrebbero esserci le celle frigorifere sono stati dichiarati inagibili dall’Asl da oltre un anno, mentre le ascensori utilizzate per muoversi tra i due livelli sono sempre rotte o mal funzionanti. Alle tante criticità già elencate si sommano le intrusioni dei ladri e la tenuta idrica del piano superiore, pressoché inesistente. Quale futuro dunque per uno dei luoghi storici di Torino e del quartiere di Porta Palazzo?

150.000 euro di lavori, il Comune non li ha
Dopo la «ristrutturazione completa» del 2005 e i lavori del 2012, i locali necessitano di una nuova manutenzione. Per sistemare e rendere «vivibile» il mercato ittico servirebbero almeno 150.000 euro di interventi. Il problema è che per la manutenzione di tutti (si, avete capito bene tutti) i mercati coperti il Comune ha a disposizione 100.000 euro. Un divario stimato in 50.000 euro difficilmente colmabile. Il rischio inoltre è che qualsiasi tipo di «rattoppo» non faccia altro che nascondere momentaneamente il problema, senza risolverlo. Secondo i tecnici di Palazzo Civico infatti per rifare completamente la struttura e riqualificarla a dovere si dovrebbe spendere una cifra ben più alta, compresa tra 1 milione e un 1 milione e mezzo di euro. L’assessore alle Materie relative al commercio, all'industria, all'agricoltura, all'artigianato e ai mercati Alberto Sacco, in un incontro con gli ambulanti, spiega: «Come Comune siamo a conoscenza del fatto che il mercato ittico necessiti di un intervento importante, ma non abbiamo grandi disponibilità economiche. Serve capire la volontà dei commercianti».

Soluzioni e piani B, cosa pensano gli ambulanti
Quali soluzioni dunque? Un’ipotesi ventilata è quella del co-finanziamento tra Comune e esercenti stessi. Le difficoltà in questo caso nascono dal fatto che gli ambulanti, con cui la concessione scade nel 2017, non si sono mai associati e interpretare le loro volontà non è semplice. Come da regolamento, servirà dunque costituire una cooperativa in grado di formare un unico interlocutore con cui il Comune possa confrontarsi. La strada, inutile negarlo, appare in salita. Alla luce delle difficoltà economiche e logistiche, il fatto che Porta Palazzo debba dire addio al mercato ittico è più che una possibilità. «Noi vorremmo rimanere lì, il mercato ittico è una componente fondamentale di Porta Palazzo. Siamo però disponibili a prendere in considerazione un piano B» è quanto traspare dagli ambulanti. 

Il piano periferie? Un'ipotesi, ma a una condizione
La sensazione è che proprio su questo punto si giochi la partita: intervenire per tamponare servirebbe a poco, mentre un piano più ampio di riqualificazione del mercato di Porta Palazzo potrebbe giustificare un esborso di fondi superiore. Il Comune, chiamato a gestire la questione con un budget davvero limitato (messo a disposizione dall’ex assessore Mangone), potrebbe giocarsi una carta a sorpresa: recuperare fondi dal piano periferie. Per rendere attuabile quest’idea è necessario pensare a una riqualificazione più ampia della zona di Porta Palazzo, capace di coinvolgere non solo il mercato del pesce ma anche la tutto il resto della zona. Il tempo purtroppo stringe ed è tiranno: Torino rischia di perdere il mercato ittico: per scongiurare la peggiore delle ipotesi, nelle prossime settimane la Commissione che si occupa della questione effettuerà un sopralluogo. Risolvere la questione diventa una priorità assoluta.