28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Caso Foodora

I vertici di Foodora disertano l’incontro con riders e assessore, entra in campo Appendino

L’assessore al Commercio, Alberto Sacco, ha detto che chiederà ufficialmente un incontro privato con i «capi» di Foodora e chiederà alla sindaca di partecipare. Intanto in mattinata i consiglieri hanno ascoltato i riders

TORINO - «Siamo in attesa di un appuntamento con il Ministero del Lavoro a cui diamo priorità», così Foodora liquida l’invito del Comune di Torino a presentarsi in un’apposita Commissione di fronte ai propri lavoratori e all’assessore al Commercio Alberto Sacco. Nonostante dalla prima protesta siano passate già due settimane, continua a tenere banco il caso Foodora e dei suoi lavoratori. Sono 320 in totale i ragazzi e le ragazze che da quasi un anno girano per la città per consegnare il cibo dei vari locali ai clienti che li ordinano tramite un’applicazione per cellulare. Questi così detti «riders» si riconoscono per il colore rosa dei grossi pacchi in cui trasportano gli alimenti.

Il silenzio dell’azienda e l’offensiva del Comune
Foodora è un’azienda attiva in Italia a Torino e a Milano, città - quest’ultima - nella quale c’è la sede principale e soprattutto ci sono i «capi» italiani Gianluca Cocco e Matteo Lentini, coloro che questa mattina si sarebbero dovuti presentare a Palazzo Civico per approfondire e magari chiarire una situazione che giorno dopo giorno sta crescendo mediaticamente. «L’azienda Foodora venerdì ci ha mandato una mail in cui ci informa che non verrà», hanno comunicato dal Comune, «sono in attesa di un incontro con il Ministero del Lavoro». Una risposta che ha lasciato riders, consiglieri e assessore stesso sbigottiti. «Dobbiamo assolutamente incontrare l’azienda e sarebbe opportuno convocarla in privata sede magari con la sindaca Appendino stessa», ha detto l’assessore Sacco, «convocheremo in maniera ufficiale i vertici di Foodora e faremo un’altra commissione a breve valutando le novità».

La delusione dei riders per l’assenza dell’azienda
La mancata partecipazione dei vertici italiani di Foodora non ha fermato la Commissione con cui i consiglieri comunali e l’assessore al Commercio Sacco sono venuti a conoscenza dell’intera vicenda da parte dei riders. Quelli che sono materialmente i «fattorini» dell’azienda hanno parlato, si sono sfogati e soprattutto si sono detti delusi per l’ennesima mancanza di dialogo con i loro datori di lavoro. «Questa mattina speravamo di poter guardare in faccia chi da tempo non ci dà risposta», hanno detto, «mentre noi siamo qui senza avere risposte, molti nostri colleghi stanno dando le dimissioni per le condizioni in cui dobbiamo lavorare e l’azienda continua ad assumere. Durante i nuovi colloqui», hanno ancora aggiunto i riders, «l’azienda dice che noi che protestiamo siamo una minoranza e stiamo agendo a discapito dei lavoratori stessi per la cattiva pubblicità che stiamo facendo. Questo si ripercuoterebbe sul numero di consegne e quindi dicono ai nuovi assunti di evitare di unirsi a noi e alla protesta per non perderci loro in primis».