19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Politecnico

Il «muro della discordia» ferma l’espansione del Politecnico: niente ampliamento e aule nuove

La Soprintendenza ha bocciato la proposta di abbattimento del muro e della palazzina dell’ex tornerie delle Officine Grandi Riparazioni di via Borsellino per la costruzione di nuove aule: «Interesse monumentale». Il rettore Gilli non ci sta e ribatte: «E’ un muro, non la Cappella Sistina»

TORINO - L’espansione del Politecnico, università la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo, rischia di essere bloccata da un muro. Non parliamo ovviamente del Muro di Berlino, ma di quello dell’ex tornerie delle Officine Grandi Riparazioni di via Borsellino, un pezzo di storia della Torino industriale. La Soprintendenza, nella persona di Luisa Papotti, vuole preservare il volto della «Torino che fu», mentre il Politecnico, tramite il rettore Marco Gilli, chiede a gran voce di non limitare la «Torino del domani».

La Soprintendenza: "Non si può abbattere"
La celebre università vorrebbe abbattere quel muro, e la palazzina a fianco, per ampliare la propria struttura e dotarsi di nuove aule, in modo tale da non dover ridurre ulteriormente il numero chiuso per gli studenti, oggi fissato a 4000 unità. Lo scontro, se così vogliamo definirlo, è nato quando la soprintendente ha annunciato di non voler toccare le ex tornerie: «Anche se il Politecnico ha bisogno di espandersi, si tratta di una presenza architettonica di pregio che non si può abbattere». Un no convinto, deciso a rimanere tale. La posizione ovviamente non è stata accolta con gioia dal Poli e dal rettore Marco Gilli, che ha ribadito la necessità di guardare alla Torino del futuro: «Il ragionamento che bisogna fare è se è più importante tenere su un muro o aumentare gli studenti del Politecnico». Cosa accadrebbe se venisse negata l’espansione all’università? Le strade possibili sono due: la riduzione del numero chiuso da 4.000 a 3.000 matricole o una spesa extra per l’espansione, con una riduzione delle risorse destinate a ricerca e formazione. Insomma, una bella gatta da pelare.

Si cercano nuove soluzioni
Una soluzione però va trovata. A febbraio il Politecnico aveva presentato il progetto per la costruzione di nuove aule (8) capaci di contenere in totale 1800 studenti al posto della palazzina che oggi ospita le Aule R, in via Boggio e via Borsellino. Il progetto, avallato dal Comune, è stato stoppata dalla Soprintendenza. La palazzina e il muro rischiano quindi seriamente di «oscurare» il Politecnico, oltre che di limitarne l’ampliamento. Gilli non ci sta e si sfoga: «Non riusciamo a completare un progetto nemmeno se mettiamo nostre risorse. Stiamo parlando di un muro, non di un dipinto di Michelangelo». Conservare la memoria o puntare dritti al futuro? Per ora il bando di demolizione è stato sospeso e nelle le attuali, svuotate in vista dell’abbattimento, potrebbero tornare agli studenti. Difficile dunque che palazzina e muro vengano demoliti. In questi giorni Politecnico e Soprintendenza cercheranno un accordo: tra le ipotesi ventilate vi è quella del restauro o di un abbattimento parziale. L’argomento è delicato, passato e futuro di Torino si trovano in serrato conflitto d’interessi.