24 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Cronaca

Carte di credito clonate e bancomat manomessi: sgominata banda criminale

Ammonta a centinaia di migliaia di euro il bottino messo da parte dal sodalizio criminale, capace di prelevare sino a 2000 euro per ogni carta di credito clonata

TORINO - Carte di credito clonate, sportelli bancomat e colonnine del carburante self service manomesse. Un gruppo criminale operante da mesi in Piemonte è stato sgominato dalla polizia postale: sono oltre 40 le persone denunciate, due invece gli arresti eseguiti. Il sodalizio criminale dovrà rispondere di associazione a delinquere per accesso abusivo ad un sistema informatico, intercettazione, impedimento di comunicazioni informatiche, indebito utilizzo di carte di credito e clonazione.

L'indagine di due anni per sgominare i criminali
Sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e il supporto del personale del Commissariato Borgo Po. L’indagine è durata circa due anni: tanti sono serviti alla polizia postale per dare un volto ai componenti dell’organizzazione che clonava le carte e manometteva bancomat e distributori tra Torino e Cuneo. Sono circa un centinaio le sottrazioni illecite di denaro a cui gli investigatori sono riusciti a risalire, intrecciando dati e immagini provenienti dalle telecamere di sicurezza degli ATM e delle postazioni POS.

Centinaia di migliaia di euro rubati
L’organizzazione era composta da soggetti di nazionalità rumena, albanese e italiana. Le loro competenze informatiche erano molto elevate, disponevano di mezzi tecnologici sofisticati e agivano in una struttura ben organizzata: c’era chi clonava carte, chi faceva l’autista, chi posizionava e rimuoveva gli skimmer. A capo del sodalizio vi erano 8 persone con precedenti penali e profili criminali ben delineati. Nel corso delle perquisizioni all’interno delle abitazioni, magazzini e laboratori usati dai criminali è stato rinvenuto diverso materiale e componenti di sportelli bancomat costruiti artigianalmente. Per ogni carta clonata la banda riusciva a garantirsi introiti per 1500/2000 euro, mentre secondo le prime ricostruzioni il giro d’affari illegale ammonterebbe a centinaia di migliaia di euro.