19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Cri cri

Il Cri-Cri, dolcezza e tradizione: storia del cioccolatino degli «innamorati torinesi»

Il cioccolatino pralinato a forma di caramella ha una storia romantica, nata all'ombra della Mole Antonelliana. Tutti lo hanno amato, chiunque l'ha mangiato: ma come mai si chiama così?

TORINO - Cioccolatino dalla forma rotonda, il cuore di nocciola e ricoperto da finissime sfere di zucchero. Il tutto avvolto da una carta colorata, con l’estremità bianche. Ogni goloso che si rispetti, una volta letto questo identikit, avrà sicuramente capito di cosa stiamo parlando: ovviamente dei Cri-Cri, il cioccolatino vestito da caramella più amato da tutti i torinesi. Ognuno di noi ne ha mangiato uno almeno una volta nella vita, ma siamo sicuri di conoscerne la storia? E come mai si chiama così?

La storia del nome «cri-cri»
Secondo un racconto un po’ romanzato ma veritiero, il nome cri-cri deriva da una bellissima ragazza, una sarta residente a Torino a fine Ottocento. Il suo nome? Ovviamente Cristina. La giovane veniva chiamata teneramente «Cri» dal proprio fidanzato, uno studente torinese. I due innamorati erano soliti incontrarsi per i loro appuntamenti davanti a una pasticceria della zona in cui abitavano per comprare e condividere una di quelle praline ricoperte di zucchero. Una prassi che si ripeteva di giorno in giorno sotto gli occhi del titolare del negozio e delle commesse, ormai abituate alle tenerezze della coppia. Un giorno una commessa, vedendo entrare il ragazzo, lo anticipa e gli chiede: «Cri?» e il giovane, dopo essersi lasciato sfuggire un sorriso, risponde allo stesso modo: «Cri!». Il pasticcere nota la scena e decide così di ribattezzare i suoi cioccolatini con il nome «Cri-Cri», per un dolce che ricordi la bellezza e la leggerezza dell’amore tra i due fidanzati. Il caso, o forse no, vuole che assaporando la mompariglia il suono prodotto sia proprio simile a un «Cri».

Cri-cri, tradizione torinese da fine '800
Il cioccolatino risale quindi al 1880. Secondo i racconti tramandati nei secoli, pare che sia nato dall’errore di un garzone che, per correggere una caramellatura sbagliata delle nocciole, decide di ricoprire la nocciola con il cioccolato fondente. La produzione vera e propria avviene qualche anno dopo, in una pasticceria di Torre Pellice. All’inizio del ‘900, il «Cri-Cri» è già un punto fermo di tutti i golosi torinesi e piemontesi: molte aziende dolciarie importanti iniziano a produrlo e venderlo, contribuendo così a farlo diventare una vera e propria istituzione nelle feste torinesi. Negli anni il «Cri-Cri» è mutato, riuscendo così a combattere la concorrenza degli altri dolcetti: ad esempio le sfere di zucchero, una volta colorate, sono state sostituite da quelle bianche. Ci sono stati momenti difficili, con un calo della produzione e del relativo consumo, ma oggi il cioccolatino dei torinesi rimane un punto fisso di ogni goloso che si rispetti, anche e soprattutto grazie ai pasticceri della città.

Originale e gustoso, ecco perchè piace ai torinesi
Quello che rende unici e inimitabili i «Cri-Cri» è l’originalità abbinata all’eleganza e all’ironia. Non è un caso che la caramella di cioccolato piaccia a tutti: agli anziani che ne hanno tramandato la tradizione, ai genitori cresciuti mangiandone a dismisura e ai bambini, sempre curiosi e molto attratti dai colori e sapori dei «Cri-Cri». Una storia secolare, un gusto favoloso e un rapporto con Torino inossidabile: ai dolcetti più amati sotto la Mole non ci resta che augurare 100 di questi giorni!