25 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Spacciatore di merendine

Protesta dei compagni dello ‘spacciatore di merendine’, «Premiato e non punito, è assurdo»

La borsa di studio ricevuta per lo spirito imprenditoriale avuto nel rivendere le merendine sottobanco non è affatto piaciuta ai compagni. Questa mattina è scattata la protesta fuori dall’Itis Pininfarina di Moncalieri

MONCALIERI - «Noi paghiamo le tasse e lui riceve una borsa di studio. Invece che essere punito viene premiato. Questa è giustizia?». A dirlo sono gli studenti dell’Itis Pininfarina di Moncalieri che questa mattina hanno sfidato il freddo per protestare fuori dalla scuola contro la borsa di studio consegnata all’ormai celebre «spacciatore di merendine», loro compagno di cui conoscevano già le gesta ma di cui nelle ultime settimane hanno anche scoperto una verità nascosta. Con la sua attività extra scolastica guadagnava circa 800 euro al mese, quasi 9mila all’anno. A rivelarlo è stato il padre a un inviato della trasmissione televisiva «Le Iene» credendo che telecamera e microfono fossero spenti. Un comportamento ripetuto nel tempo che gli erano costate la sospensione e la bocciatura lo scorso anno e una nuova sospensione di 15 giorni a inizio dicembre.

La protesta degli studenti contro il premio
In tanti al Pininfarina sapevano che dallo «spacciatore» era possibile acquistare merendine a costi inferiori rispetto alle macchinette. In pochi forse però sapevano la cifra che intascava con quella che è sembrata essere una vera e propria strategia imprenditoriale, tanto che la Fondazione Einaudi ha deciso di assegnargli una borsa di studio di 500 euro. Premio fortemente criticato da chi ogni giorno lo vede tra i banchi di scuola. «Al Pininfarina non vince il 10 in pagella ma gli evasori», scrivono sui cartello in una protesta organizzata ad hoc nel giorno della consegna della borsa di studio allo «spacciatore di merendine». «Cervelli in fuga, venditori di snack, abusivi da Nobel», si legge su un altro. E ancora: «In tutto questo polizia e finanza dove sono?». La vicenda, è chiaro, non è giunta ancora alla conclusione.