19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Furto ospedali

Furto nella notte al San Giovanni Bosco, rubata preziosa strumentazione: visite annullate

Si tratta del secondo colpo in pochi mesi a Torino, ma furti analoghi si sono registrati in tutto il nord Italia. Probabile la regia di una banda organizzata, forse in grado di contare sull'appoggio di qualche basista interno: in corso le indagini dei carabinieri

TORINO - Trenta endoscopi e due processori per endoscopia: è questo il bottino dei ladri che ieri notte si sono intrufolati nei laboratori dell'Ospedale San Giovanni Bosco, portando via la preziosa strumentazione. Un colpo di tutto rispetto, dal valore di circa 900.000 euro. Non si tratta di un caso isolato, anzi. A Torino era già successo qualche mese fa, ma da inizio anno sono dodici gli episodi registrati dalle aziende sanitarie italiane: un dettaglio che lascia pensare come dietro i furti vi sia una regia precisa e consapevole, non degli improvvisati.

Ladri consapevoli e organizzati, indagini in corso
I carabinieri, dopo aver sequestrato i filmati delle telecamere di sorveglianza, sono al lavoro per individuare i responsabili del furto. I ladri sono entrati forzando la porta d'ingresso, ma nessuno li ha notati. A causa dell'improvviso ammanco, l'ospedale ha dovuto annullare decine di esami previsti per i prossimi giorni, anche se dell'attrezzatura per l'emergenze è già arrivata in prestito dall'ospedale Molinette e dal Maria Vittoria. Quel che è certo è che i ladri sapevano che il reparto di endoscopia del San Giovanni Bosco era stato da poco rinnovato con nuove strumentazioni, tanto che il materiale vecchio non è stato preso in considerazione dai ladri. 

Furti in tutto il nord Italia, non solo a Torino
Chi c'è dunque dietro questa escalation di furti? Probabile si tratti di una banda specializzata, forse aiutata da qualche talpa all'interno degli ospedali colpiti ma questo dovrà esser accertato dalle indagini dei carabinieri. Tre mesi fa episodi analoghi erano avvenuti alle Molinette e al Mauriziano, ma in generale degli ammanchi di grande valore si sono registrati in tutto il nord Italia. Il sospetto degli inquirenti è che la costosa strumentazione venga poi piazzata all'estero, rivenduta a un mercato parallelo a cifre leggermente ribassate rispetto al prezzo di listino. Un giro d'affari milionario, illegale e un danno certo per i pazienti.