20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Mercatini di Natale

Chiude l’ultimo mercatino di Natale, quello di piazza Castello. Come sono andate le vendite?

Tra prodotti di altre regioni, sciarpe e cappelli, coperchi per le pentole e tanto altro, è terminato anche il mercatino di piazza Castello, l’ultimo di “Natale coi Fiocchi”. Abbiamo fatto il punto della situazione direttamente con i venditori

TORINO - «L’Epifania tutte le feste si porta via». No, non è solo un detto, ma è quello che è successo anche a Torino nei giorni scorsi quando con il giorno della Befana è sparito anche l’ultimo dei mercatini di «Natale coi Fiocchi», quello tanto discusso di piazza Castello. Che non sarebbe stato tutto rosa e fiori lo si era capito ancor prima che iniziasse la manifestazione, con la polemica accesa dal senatore del Pd Stefano Esposito su presunte irregolarità nell’assegnazione delle location per i mercatini. Il tutto è proseguito con i primi blocchi della soprintendente Luisa Papotti che nei primi giorni di festa ha fatto chiudere le pagode in piazza Statuto e quelle che stavano aprendo in piazza Carlo Alberto di fianco alla pista di pattinaggio. Per non parlare di corso Marconi dove un errore di «divieto di sosta» ha ritardato lo sgombero delle auto parcheggiate che comunque, quando è avvenuto, non è servito a popolare gli stalli previsti per gli stand. Fatti salvi i «normali» mercatini di piazza Carlo Felice e di piazza Santa Rita, quello più discusso e più frequentato è stato sicuramente quello di piazza Castello. Posizionate di fronte alla Prefettura - e non in mezzo alla piazza come in molti avrebbero voluto e come molti altri avevano temuto - le casette/bancarelle sono state popolate sin dal primo giorno di apertura. E gli affari non sono mancati.

«A noi venditori è andata molto bene»
La prima nota di colore per il mercatino allestito in piazza Castello è stato il prezzo pagato da ogni commerciante per poter avere la stand dal primo dicembre al 6 gennaio: 9mila euro. Una cifra alta, soprattutto rispetto ai poco più di mille euro pagati in piazza Santa Rita, ma certamente per una location di maggiore pregio e con un passaggio decisamente superiore. E i fatti hanno dato la stessa sentenza: «A noi gli affari sono andati bene», ci racconta nell’ultimo giorno di apertura la venditrice di liquori aromatizzati, «noi abbiamo venduto tanto, soprattutto nel periodo natalizio, molto probabilmente alcuni regali torinesi e turisti li hanno acquistati direttamente in questo mercatino». E se le bottiglie sono andate bene come dono di Natale, come è andata agli altri commercianti? «Credo che a nessuno sia andata male», continua, «ad esempio c’è chi ha iniziato a vendere dopo il 25 dicembre e prima aveva fatto pochi affari. Comunque questa è una posizione davvero ottima e la gente era felice di poter fare un giro per il centro di Torino e passeggiare tra le bancarelle. Non capisco perché ci siano state tante polemiche». Tra portafogli artigianali e molti prodotti che si trovano quasi esclusivamente nei mercatini - come coperchi di pentole in silicone che cucinano al vapore, bottigliette con candele aromatizzate, piattini sminuzzatori - il prodotto che ha fatto da padrone è stato il cibo. «Qui fanno i pretzel con il prosciutto», ci racconta ancora la venditrice di liquori, «tutte le persone che passavano da qui ne avevano uno in mano». E poi c’è ancora la cioccolateria, i prodotti tipici siciliani e il miele, new entry tra gli acquisti natalizi. «E’ il primo anno che vengo qui con i miei prodotti», conclude, «speriamo che il prossimo anno si bissi, ne vale davvero la pena sia per noi che per la gente che gira per il centro».