25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Panino libero

Il panino libero mette «a dieta» le casse comunali: Torino perde 3 milioni di euro in tre mesi

Sono circa 4.500 i bambini che hanno deciso di non beneficiare del servizio mensa, portando a un calo del 15% degli introiti. Numeri che sembrano destinati a crescere nei prossimi mesi

TORINO - Un buco allo stomaco, o meglio alle casse comunali, di 3 milioni di euro. Sono bastati appena tre mesi dall’entrata in vigore del panino da casa per creare i primi problemi al Comune di Torino. Una cifra consistente, frutto della scelta di 4500 famiglie di «abbandonare» il servizio della mensa scolastica in favore del pasto da casa. Essendo circa 30.000 i bambini a cui la Città fornisce il servizio mensa, è evidente come la battaglia per il panino sia stata sposata da più persone di quanto si poteva immaginare inizialmente. La riscossione delle rette per le mense scolastiche della Soris è così crollata del 15% e la flessione potrebbe acuirsi in futuro.

Come far quadrare i conti?
Il punto è che al netto di un calo dei ricavi, il Comune di Torino continua a pagare 33 milioni di euro l’anno le ditte che gestiscono l’appalto mense. Insomma, una gatta da pelare non da poco. Se si aggiunge la situazione sempre critica del bilancio comunale, il quadro assume contorni ancor più spinosi e difficili da gestire. La soluzione? Probabilmente, visto che il Tribunale si è espresso sul pasto da casa, l’unica pista percorribile  è quella di una ridiscussione dell’appalto, essendo cambiate le condizioni.

Le ragioni della fuga dalla mensa
Un ragionamento va fatto poi a monte del problema: perché 4500 bambini non mangiano più in mensa? Dai dati forniti a Palazzo Civico emergono alcuni spunti interessanti, da analizzare. Il reddito non sembra essere una variabile così determinante, visto che solo il 20% di chi ha rinunciato alla mensa è riconducibile alle fasce più basse del reddito. Non è quindi solo un problema di costi. Importante quindi la qualità del cibo, secondo molti abbassatasi nel corso del tempo. Non vi sono infine troppe differenze demografiche: la maggior adesione al pasto libero si registra nella Circoscrizione 5 (18,7%), mentre in centro la percentuale si ferma al 14%. Sono solo numeri, ma vanno capiti per affrontare il problema e riportare i bambini in mensa.