26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2017

I magistrati lanciano l'allarme: «Il Piemonte terra di conquista delle mafie»

Giustizia, legalità ed efficienza: sono questi gli obiettivi emersi questa mattina all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017. Chiara Appendino: «Collaboriamo per interesse comune»

TORINO - L’allarme è giunto questa mattina, in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017: «Il Piemonte è terra di conquista della mafie». A dirlo non è una persona qualunque ma Arturo Soprano, presidente della Corte d’Appello di Torino. Sia chiaro, le operazioni condotte dalle forze dell’ordine sono state tante e brillanti ma «la lotta non è finita e non deve esaurirsi negli applausi della popolazione» ha precisato il magistrato».

Il procuratore generale Saluzzo: «Terrorismo, ecco come combatterlo»
Un discorso determinato nel ribadire la volontà di fare del Piemonte la regione della legalità. Un’impresa non semplice, che necessita di forti interventi mirati dal punto di vista legislativo. «Occorrono riforme razionali e coraggiose» ha spiegato Soprano. Nel discorso è intervenuto anche il procuratore generale Francesco Saluzzo, focalizzandosi sul tema del terrorismo in Europa: «Necessaria una Procura europea, per coordinare le forze di polizia tra i diversi paesi. Non possiamo rimanere divisi di fronte a una minaccia. Ma attenzione: non bisogna cedere alla paura e all’avversione per lo straniero».

Appendino: «Grazie per quello che fate, abbiamo un interesse comune»
Alla cerimonia ha partecipato anche Chiara Appendino, presente insieme a Sergio Chiamparino e all’ex sindaco Piero Fassino. La prima cittadina ha voluto portare ai giudici il messaggio dell’amministrazione: «Le istituzioni, ciascuna con compiti propri, devono collaborare per un interesse comune: la prosperità e il benessere dei cittadini. L’impegno di questa Amministrazione è stato infatti rivolto in modo particolare a diffondere le buone pratiche della legalità, intesa come una parte del senso di appartenenza ad una comunità improntata al rispetto del Prossimo e dei suoi diritti. L’educazione al rispetto del prossimo passa attraverso la legalità anche minima».