19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Cie

Chiudere o ampliare il Cie di corso Brunelleschi? La Sala Rossa ha deciso

Quale futuro per il Centro di Identificazione ed Espulsione a due passi dal parco Ruffini? Comune e Regione sembrano pensarla allo stesso modo

TORINO - Ampliare o chiudere il Cie? Parafrasando Amleto, il dilemma è ormai sul tavolo della politica da diversi anni, anche se nessuno sembra riuscire a superare quello che per la città e in particolare i residenti della Circoscrizione 3 è sempre di più un problema. Il Comune di Torino sembra però aver scelto la via da intraprendere: il Centro di Identificazione ed Espulsione va chiuso.

Il Governo vuole l'ampliamento, Comune e Regione la chiusura
A chiederlo è una mozione firmata con 24 voti favorevoli dal Movimento 5 Stelle e dalla Lista Civica per Torino. Una posizione che peraltro è in linea con quanto espresso già dal Consiglio Regionale. Se Comune e Regione sono d’accordo nel chiudere definitivamente quella che risulta essere un’esperienza fallimentare, perché il Cie continua a svolgere le proprie funzioni ogni giorno? A volerlo è il Governo, che anzi ne aveva ipotizzato l’ampliamento: da 90 posti a 150 posti. La struttura, aperta nel 1999, è ormai totalmente fatiscente, non a norma. Le condizioni di vita per chi lavora e chi è detenuto sono invivibili e la tensione è continua, racconta chi il Cie lo vive tutti i giorni. 

M5S, Lega e Pd: le posizioni dei partiti
Dietro il «no» espresso dalla Sala Rossa vi sono però una pluralità di idee molto diverse tra loro, a seconda della corrente politica. Daniela Albano (M5S) spiega: «Cie non risolvono problema flussi migratori. Lo stato spende 55 milioni di euro all’anno per i Cie, investiamo le risorse nell’inclusione e nel presidio del territorio». Una posizione non condivisa da Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord, unico contrario insieme a Morano: «Struttura fatiscente, bisognerebbe costruirne un’altra, grande il doppio, fuori Torino e collocarvi le persone che ora risiedono nel Moi, per poi espellerle». Il capogruppo del Partito Democratico Stefano Lo Russo ha invece spiegato le motivazioni che hanno portato il suo partito ad astenersi dalla votazione: «Esperienza Cie il larga parte fallimentare. I centri vanno ripensati, ridimensionati e maggiormente diffusi, ma bisogna affrontare la questione con strategie, risorse e senza demagogia».