20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Storie di Torino

Lo stadio di piazza d'Armi, il più grande d'Italia

Correva l'anno 1911 quando, a Torino, veniva inaugurato lo Stadium di piazza d'Armi. Utilizzato con le finalità più varie per oltre trent'anni, venne demolito nel secondo dopoguerra senza lasciare traccia

TORINO - C'era una volta lo stadio di piazza d'Armi. Uno stadio in piazza d'Armi? Che storia è questa? E' una delle tante curiosità che si celano, in attesa di essere scoperte, a ogni angolo della nostra bella Torino. Signora misteriosa e, in alcuni casi, sopra le righe.

Lo Stadium
E' il 30 Aprile del 1911 , in piazza sono presenti lor signori di casa Savoia e si sentono rumoreggiare oltre 70000 spettatori. Siamo all'inaugurazione dello Stadium. L'impianto sportivo progettato da Carlo Ceppi e dai suoi collaboratori, gli architetti Vittorio Ballatore di Rosana e Ludovico Gonella. Chi assistette alla grande inaugurazione vide, davanti ai suoi occhi, una costruzione che occupava un'area di circa 100.000 metri quadrati, con 40.000 posti a sedere e 30.000 in piedi. Semplicemente imponente. Inserito all'interno del contesto dell'Esposizione internazionale di Torino di quell'anno, lo stadio vantava diversi punti di eccellenza: primo stadio di Torino, fu anche il numero uno in Italia ad essere dotato di un impianto di illuminazione elettrica e a essere realizzato in cemento armato. La struttura si ispirava ai grandi capolavori dell'antichità greca e britannica. Ma i sovrani piemontesi volevano di più. Lo Stadium fu pensato infatti per essere il più grande d'Italia, di più, d'Europa. 

Troppo grande per il calcio
Le manie di grandezza che portarono alla costruzione dell'opera ne indirizzarono tuttavia anche l'utilizzo: troppo grande per le partite di calcio, lo Stadium venne utilizzato per esibizioni e serate pirotecniche. Ospitò saggi di ginnastica, mostre canine, concorsi ippici di alto livello internazionale e circhi equestri. Ancora, lo stadio torinese vide al suo interno corride, gare di pallone elastico, corse i bici, auto e moto, mostre temporanee, proiezioni cinematografiche nel periodo estivo e la lista potrebbe continuare. Nel 1923, ad esempio, ospitò la spettacolare rappresentazione della "Passione di Cristo" e la mostra delle invenzioni e delle industrie. Nel 1928 lo Stadium fu teatro del "Carosello Storico Sabaudo", un magnifico corteo di comparse con costumi medioevali e risorgimentali che attraversò la città e concluse l'esibizione nel prato dell'arena. 

La struttura
Finanziato interamente da fondi privati, lo Stadium venne eretto in meno di un anno. L'ovale interno misurava 361 metri di lunghezza per 204 di larghezza. Tre piste correvano intorno al cuore della struttura: la più esterna misurava 730 metri ed era destinata alle gare ciclistiche, l'intermedia veniva utilizzata per le corse dei cavalli e infine la terza, lunga 500 metri, per i podisti. Si pensi inoltre che sotto le gradinate dello stadio erano allestiti locali per buffet, spogliatoi, dormitori, sale destinate alla scherma e alla ginnastica femminile. Una struttura di tutto rispetto.

Una vita breve
Nonostante le grandissime potenzialità, lo stadio di piazza d'Armi ebbe vita breve. Dopo 30 anni di attività, venne acquistato dal Comune che, non sapendo come utilizzarlo, decise per la chiusura nel 1938. La decisione venne presa durante un'accesa seduta del Consiglio, in cui il consigliere Adamo Levi definì lo stadio come una :«costruzione che a nulla serve, un’opera la quale già a due anni dalla costruzione sentiva odore di muffa, tanto ora appare frusto che l’imperfetta costruzione lo fa sembrare un rudere.» Lo Stadium dunque fu demolito immediatamente dopo il secondo dopo guerra, nel 1946. Oggi, ai torinesi, non resta che il ricordo di quell'opera imponente che cela la follia di un'epoca di ricchezze in cui Torino voleva essere grande, e lo dimostrava con ogni mezzo.