28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Cronaca

Stuprò una bambina di 7 anni, uomo assolto per processo caduto in prescrizione. Il giudice: «Chiedo scusa»

Violentata da bambina, umiliata da un processo durato 20 anni e caduto in prescrizione, la ragazza non si è presentata in aula. Il ministro della Giustizia invia a Torino gli ispettori

TORINO - Una vicenda tristissima, conclusasi ieri con la prescrizione di uno tra i reati più pesanti: lo stupro. «Questo è un caso in cui bisogna chiedere scusa al popolo italiano» sono le parole pronunciate da Paola Dezani, giudice della Corte d’Appello e riprese dal quotidiano La Repubblica. Parole amare, che risuonano come macigni nell’aula del tribunale. Una sentenza difficilissima: il violentatore di una bambina di sette anni, inizialmente condannato in primo grado a 12 anni di carcere dal tribunale di Alessandria, è stato prosciolto. Il motivo? Un processo «lumaca» durato 20 anni, dal 1997 a oggi.

Lo stupro, il processo lungo 20 anni e il proscioglimento
Innanzitutto è necessario capire come questa vicenda nasca da un fatto accertato: una bambina violentata, ritrovata in strada in condizioni gravi e trasportata in ospedale. Poi c’è un altro aspetto, quello della giustizia e della burocrazia. Capire cos’abbia portato un processo a durare vent’anni non è semplice, bisogna entrare nei meandri e nei buchi neri del sistema giudiziario italiano: l’uomo, allora compagno della mamma della bimba di 7 anni, riceve una prima condanna per maltrattamenti. Il giudice dispone il rinvio degli atti in procura, passano degli anni, l’inchiesta ritorna in primo grado e lo stupratore viene condannato a dodici anni di carcere. Gli atti vengono passati da Alessandria a Torino, dove si verifica un imprevisto: il procedimento rimane fermo 9 anni prima di arrivare in secondo grado. C’è di più, all’imputato viene contestata una recidiva mai esistita e i tempi si allungano ancora. Si arriva al 2016 e ai giorni nostri. Ieri l’udienza beffa. Sì, perché ormai è troppo tardi e il reato è prescritto.

La Corte d'Appello: "Ingiustizia per tutti" e il ministro manda gli ispettori
Le parole di Arturo Soprano, presidente della Corte d’Appello, sono sincere ma fanno male come pugni nello stomaco: «Questa è un’ingiustizia per tutti, in cui la vittima è stata violentata due volte: la prima dal suo orco, la seconda dal sistema». Ipotizzare quale sia ora lo stato della ragazza di 27 anni è impensabile. Quando i giudici le hanno chiesto di presentarsi in aula, lei si è rifiutata di partecipare al processo. Troppo forte la voglia di dimenticare, di gettarsi alle spalle un passato tremendo e portato alla ribalta dall’ingiustizia dei paradossi del sistema giudiziario. L’uomo accusato di averla stuprata è libero e le scuse, questa volta, potrebbero non bastare. Ecco perché Andrea Orlando, ministro della Giustizia, ha deciso di inviare a Torino gli ispettori che avranno il compito disporre accertamenti per acquisire informazioni su questo processo.