20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Degrado fiume Po

Le rive del Po? Una discarica a cielo aperto: situazione drammatica a 3 mesi dall’alluvione

L'eredità dell'alluvione? Non solo i battelli affondati o non recuperati, ma anche chilometri di rive piene di rifiuti e abbandonati al proprio destino

TORINO - A tre mesi di distanza dall’alluvione che ha colpito Torino e causato l’innalzamento del fiume Po, quello che rimane sulle sponde del nostro fiume principale è uno spettacolo desolante. Non ci riferiamo a Valentina, ormai inabissatasi, o a Valentino, recuperato nelle scorse settimane. Oltre ai battelli e alle barche (vedasi Genna) spiaggiate lungo le rive del fiume, c’è un altro problema che non è passato inosservato ai torinesi e ai turisti che ogni giorno si affacciano sul Po per un momento di relax: le sponde del fiume sono ricoperte da rifiuti. Una vera e propria discarica a cielo aperto.

Dopo 120 giorni la sporcizia è ancora lì
I sacchetti di plastica sono ovunque, così come le bottiglie di plastica e detriti di ogni genere. I rifiuti si fermano sui tronchi, si incastrano in mezzo ai rami portati a valle dalla piena del Po. A Natale qualcuno aveva ironizzato: «Sembrano alberi di Natale, addobbati di rifiuti». Era solo una battuta, l’alluvione se n’era andata solamente da un mese e la speranza che la situazione potesse presto tornare  a livelli di decoro accettabili era più che lecita. Ecco, quando sono ormai passati 120 giorni circa dalla fine del maltempo capace di mettere in ginocchio Torino, tutto è rimasto immutato. Sporcizia ovunque, degrado.

Necessario intervento immediato, ma la responsabilità è anche nostra
Il passare del tempo ha però contribuito a far crescere la rabbia dei residenti e di chi il fiume lo vive tutti i giorni. La Circoscrizione 8 ha chiesto alla Giunta comunale un intervento repentino, in grado di porre fine al degrado imperante sulle sponde del Po. D’altra parte, pensare che a due passi dal Borgo Medievale vi sia una discarica a cielo aperto di immondizia indifferenziata è davvero drammatico, ma il problema è più ampio e riguarda diversi chilometri di rive del fiume. Vi è poi un altro aspetto allarmante, soprattutto dal punto di vista culturale: quella sporcizia è colpa nostra. La responsabilità di quello scempio è di chi ha gettato o abbandonato rifiuti in un fiume o in un torrente, pensando che l’acqua potesse lavare anche la coscienza. Non è così. I disastri che l’essere umano ha provocato sono lì ogni giorno, proprio davanti a noi.