«Chiclets», perché in Piemonte la gomma da masticare si chiama così?
Chissà quante volte avete usato questo termine in città, ma avete mai provato a chiederne uno in giro per l’Italia?
TORINO - E’ possibile trovarla di forma, colore e gusto, amata da grandi, piccini e persino dai dentisti. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente della gomma da masticare, quella «cosa» in grado di impegnare le nostre mandibole per ore e ore e porre momentaneo rimedio alla mancanza dello spazzolino.
Di origini antichissime, nel corso del tempo è stata chiamata nei modi più disparati: gomma da masticare, chewing gum, gomma americana, cicca e, qui da noi, semplicemente chiclets (pronunciato rigorosamente «cicles»). Fin qui niente di nuovo direte, ma avete mai provato a chiedere un «cicles» fuori dal territorio torinese? Se vi è capitato certamente la risposta ricevuta è stata: «Cosa scusa?» o «Un che?!». Ebbene si, quell’espressione così comune a Torino e così normale per le nostre orecchie, non è poi così tanto «normale» nel resto d’Italia.
L’origine del termine "Chiclets"
La motivazione di questa peculiarità linguistica la troviamo nel passato più o meno recente della nostra città. Dobbiamo andare indietro di oltre un secolo e precisamente al 1871, anno nel quale l’inglese Cadbury fondò la marca di gomme «Chiclets». Il nome deriva dalla pianta tropicale «Chicle», originaria del Centro America, da cui già gli antichi Maya estraevano la gomma commestibile che, una volta raccolta, veniva appallottolata e masticata proprio come facciamo noi oggi con i tanto saporiti confettini.
A inventarne la versione moderna fu l’americano William Semple, che la brevettò nel 1869. In Italia arrivò solo durante la Seconda Guerra Mondiale insieme agli americani che donavano la strana e colorata gomma (appunto americana) per cercare di alleviare la fame. Nella nostra zona l’utilizzo del «chiclets» fu più diffuso che nel resto della Penisola, tanto da giungere fino ai giorni nostri e diventare presto il nome ufficiale della gomma da masticare.
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