26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Appendino

Cultura o asili nido? Appendino sceglie i bambini: «Vi spiego il taglio da 5,8 milioni»

Dopo le critiche pervenute per la scelta di togliere fondi alla Cultura, la prima cittadina difende le scelte operate per far quadrare il bilancio e attacca il Governo: «Ci devono 61 milioni di euro»

TORINO - Non ci sta Chiara Appendino. Le critiche arrivate per i taglio di fondi alla sezione Cultura non sono andate giù alla sindaca, che in occasione della presentazione del Festival Antonio Vivaldi, ha voluto difendere a spada tratta le scelte operate da lei e dalla sua Giunta per far quadrare il bilancio preventivo del 2017: «Un sindaco non si diverte a tagliare» è il messaggio rivolto ai cittadini.

Perchè gli asili nido preferiti alla Cultura
E allora perché la Cultura ha dovuto subire un taglio di 5,8 milioni di euro? La scelta, a quanto pare, è stata fatta cercando di preservare il sistema educativo. A spiegarlo è la sindaca stessa: «Spostare quelle risorse alla Cultura voleva dire togliere 600 posti negli asili nido. Avessimo avuto le stesse risorse dello scorso anno non avemmo dovuto fare questi tagli». La sforbiciata dunque è arrivata nel settore in cui, negli scorsi mesi, erano già arrivate le critiche più feroci: dal Salone del Libro alla Fondazione Musei, la prima cittadina ha battagliato non poco nel corso dei suoi primi mesi alla guida della Città di Torino.

Appendino contro il Governo: "Ci deve 61 milioni di euro"
Dopo l’attacco, Appendino si scaglia contro il Governo con una fermezza raramente vista prima: «Abbiamo sollecitato il Governo perché ci restituisca i 61 milioni che ci deve». Una cifra importante, che permetterebbe alla Giunta di non effettuare alcun taglio. Anche perché, come sottolineato dalla prima cittadina, non vi è alcuna intenzione di penalizzare la cultura. Ecco perché tagliare le risorse alla cultura potrebbe essere una mossa temporanea: nell’immediato meglio preservare il settore educativo e il welfare, ma non è detto che nei prossimi mesi si riescano a reperire altre risorse, indipendentemente dal Governo. «Non è detto che questa amministrazione non disponga di un piano B» è l’avviso ai naviganti di Appendino. Il 2017 della Cultura inizia «in svantaggio di un gol», ma la partita è ancora iniziata: alla sindaca e alla Giunta il compito di rimontare e ribaltare l’esito del match.