25 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Controlli al «Sandro Pertini»

Il cane Zeby ferma una decina di passeggeri all’aeroporto di Caselle, recuperati 100mila euro

Il «cash dog» della guardia di finanza ha permesso di fermare soggetti, di diverse nazionalità, che hanno tentato di superare i confini doganali con al seguito valuta non dichiarata

TORINO - Ogni giorno all’aeroporto di Caselle Torinese transitano migliaia di persone. A vigilare che siano rispettate le leggi ci sono le forze dell’ordine e la guardia di finanza, quest’ultima impegnata anche nel controllo dei bagagli nell’eventualità che qualche passeggero trasporti ciò che è vietato. E così nelle ultime due settimane i finanzieri hanno fermato una decina di soggetti, di diverse nazionalità, che hanno tentato di superare i confini doganali con al seguito valuta non dichiarata. La maggior parte di questi proveniva dal continente asiatico, quelli fermati prima della partenza avevano destinazioni come Casablanca e Bacau (Romania).

100mila euro recuperati grazie a Zeby
Durante i controlli effettuati nelle ultime due settimane la guardia di finanza è stata aiutata dal fiuto del «cash dog» Zeby che ha permesso di individuare un flusso monetario superiore ai 100mila euro. Fermati i passeggeri con valuta non dichiarata nascosta in valigia, la guardia di finanza ha proceduto con gli accertamenti dal punto di vista fiscale per questi soggetti: sei di questi, tra cui una cittadina rumena in partenza per Bacau con oltre 12mila euro in contanti per i quali non è riuscita a giustificare la provenienza, sono risultati essere evasori totali, mentre i restanti hanno dichiarato redditi irrisori rispetto alle somme trasportate, presumibilmente frutto di attività illecite ovvero di prestazioni lavorative pagate in nero.

Il lavoro quotidiano dei finanzieri
La contestazione degli illeciti amministrativi valutari si colloca in un più ampio dispositivo di prevenzione delle violazioni in materia di movimentazione transfrontaliera di valuta e titoli di credito che, da inizio anno, ha consentito di rilevare flussi monetari superiori ad un milione di euro, nonché di intercettare somme non dichiarate, oltre le soglie consentite dalla normativa vigente, pari a circa 400mila euro, e la contestazione degli addebiti a carico di 30 soggetti, le cui destinazioni finali, per ben il 70% dei casi, sono state individuate tra i cosiddetti «Paesi a rischio».