27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Raccolta differenziata

Raccolta differenziata, il porta a porta arriva in 3 quartieri ma si «dimentica» della movida

Amiat e Comune di Torino annunciano una piccola rivoluzione nella raccolta dei rifiuti: saranno 68.000 le persone che dovranno adeguarsi al nuovo sistema

TORINO - «E’ un giorno molto importante, diamo il via a una nuova stagione». E’ con grande entusiasmo e ambizione che Lorenzo Bagnacani, presidente di Amiat, annuncia l’espansione della raccolta differenziata «Porta a Porta» in tre quartieri di Torino: San Salvario, Vanchiglietta-Basso Rossini e Santa Rita. Sono queste le tre aree evidenziate in cui Amiat e il Comune di Torino hanno deciso di estendere il servizio di raccolta rifiuti. L’obiettivo dichiarato? Raggiungere e superare il 65% della raccolta differenziata porta a porta entro il 2020. Attualmente, con questo intervento, verranno coinvolti altri 68.000 cittadini, portando così la percentuale al 55% entro il 2017.

L'estensione del porta a porta arriva in tre quartieri
Il piano verrà realizzato progressivamente a partire da settembre, durante il prossimo autunno. A San Salvario verranno coinvolte 26.000 persone, a Vanchiglietta 24.000 e a Santa Rita solamente 18.000. In quest’ultimo quartiere infatti, la raccolta differenziata porta a porta arriverà solo in parte. Nelle prossime settimane verrà inoltre avviata un’imponente campagna di comunicazione, per sensibilizzare e informare i cittadini sui benefici della raccolta differenziata porta a porta. Il concetto su cui vuole puntare la sinergia tra Amiat e Comune è il seguente: la quantità di raccolta differenziata deve essere associata a una qualità di raccolta differenziata. Se fatta male, parte della raccolta fatta non avrà mai una nuova vita ma verrà smaltita rendendo vano l’investimento. Il porta a porta, di fatto, è la risposta ai requisiti di qualità, ma un ruolo importante sarà quello giocato dai cittadini. Capitolo costi: tra nuovi mezzi ecologici, costi gestionali e personale, l’investimento sarà superiore ai 5 milioni di euro, ma Amiat beneficerà di un contributo della Città Metropolitana pari al 20% della cifra totale.

La movida esclusa dalla differenziata porta a porta, ecco perchè
Un piano annuale ambizioso dunque, ma con un «buco nero» abbastanza evidente: la zona della movida. Sì, perché il servizio di raccolta differenziata porta a porta comprenderà tutto il quartiere, escludendo però il quadrato compreso tra via Nizza, corso Marconi, corso Massimo D’Azeglio e corso Vittorio. In pratica la zona dove viene prodotta la maggiore quantità di rifiuti, considerati i locali presenti e i tanti avventori (soprattutto nel fine settimana). Come mai si è deciso di tagliare fuori la zona della movida? Il motivo è presto detto: il territorio, con le sue vie strette, i marciapiedi non funzionali e la presenza di tanti esercizi commerciali, non si presta alla perfezione al modello di raccolta porta a porta. Questo non vuol dire che Amiat dimenticherà la zona della movida, anzi. L’intenzione è quella di pensare a modelli ad hoc per riciclare il più possibile la grande quantità di rifiuti prodotti. D’altra parte, fino a pochi anni fa Torino era considerata una delle città più virtuose in termini di raccolta rifiuti. A causa di una fase di stallo, la nostra città si trova attualmente indietro rispetto alle normative richieste: l’unico modo per tornare a essere un modello in Italia e rispettare i requisiti europei è quello di rimboccarsi le maniche e recuperare il terreno perso passo dopo passo. Anzi, porta a porta.