24 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Matrimonio combinato

Salvata dal matrimonio combinato a 15 anni, parla la madre: «Lei era d’accordo e felice»

Contrastano le parole della madre della quindicenne Rachida con quelle della madre che, il giorno dopo l’uscita della notizia, afferma che sua figlia non solo sapeva tutto ed era d’accordo, ma anche felice e contenta.

TORINO - Si continua a parlare, anche a livello nazionale, del caso della ragazzina di 15 anni di Torino promessa in sposa dalla famiglia a un giovane di dieci anni più grande di lei. Il matrimonio combinato sarebbe stato fatto contro la sua volontà, come lei stessa ha denunciato al 114 (il numero per le emergenze infantili) e alla polizia del Commissariato Barriera di Milano che si è occupata della questione. Ma non la pensa allo stesso modo la madre della quindicenne che, intervistata dalla Repubblica, ha detto più volte che sua figlia era d’accordo al matrimonio, ma non solo «sapeva tutto ed era felice e contenta».

Dopo la conoscenza la decisione
Secondo la genitrice di Rachida (il nome è di fantasia) la festa per il fidanzamento era anche un motivo per far conoscere i due promessi sposi. «Lei lo aveva conosciuto solo tramite telefono», ha raccontato a Repubblica aggiungendo che avrebbero preso un caffè insieme e, se fosse stata d’accordo si sarebbe proceduto, altrimenti non si sarebbe fatto più nulla. Parole che contrastano però con la versione che la figlia quindicenne ha detto alla polizia che, in accordo con il Tribunale di Minorenni, hanno individuato, tramite l’Ufficio Minori del Comune di Torino, una comunità idonea dove ospitarla e da dove, ora, può nuovamente andare a scuola.

Tagli ai polsi per protesta
Rachida ha raccontato e mostrato i segni dei tagli ai polsi che si era fatta prima di richiedere aiuto alle forze dell’ordine. Lo aveva fatto come gesto anticonservativo e per mostrare il suo dissenso alla decisione della famiglia. «La famiglia la voleva fare sposare contro la sua volontà», ha confermato il vicequestore Alice Rolando, dirigente del Commissariato Barriera di Milano aggiungendo che «ora si trova al sicuro ed è felice».