26 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Cronaca

Maxi sequestro di tessuti: «pura lana» sull'etichetta, in realtà 100% acrilici

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato oltre 12 tonnellate di filato acrilico. E' stato stimato che la merce  avrebbe generato un guadagno di circa 2,5 milioni di euro, creando un danno per l’economia legale di non meno di un milione

TORINO- L'indagine è partita da alcuni negozi del centro commerciale di Settimo Torinese e ha portato alla luce un traffico di filati che parte da Prato e, passando da Roma, si dirama in tutta Italia. In seguito alle operazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Torino è emerso che la percentuale di lana presente nei capi di abbigliamento venduti nei negozi era decisamente inferiore a quella indicata nell'etichetta. Gli accertamenti tecnici hanno dimostrato come, non solo «Mohair»,  «Cashmere» «Alpaca» e «Merinos» fossero meno rispetto a quanto indicato, ma anche che alcuni capi venissero prodotti interamente con tessuti acrilici.

La "truffa della lana"
Gli accertamenti tecnici hanno portato alla luce una truffa di proporzioni nazionali: pare infatti che i capi di abbigliamento contraffatti venissero prodotti a Prato per poi intraprendere un viaggio verso Roma, dove venivano piazzati in tutta Italia. Tali prodotti poi non venivano venduti solamente nei mercati rionali ma anche in alcuni negozi di abbigliamento a un prezzo estremamente competitivo: basti pensare che un capo in cashmere, che normalmente non costa meno di 200 euro, veniva venduto a circa 60 euro. Sono stati perciò denunciati sei imprenditori, molti dei quali di origine cinese, per frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci.

Maxi sequestro di filati
Nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura di Torino nella zona industriale di Prato e nei quartieri «Borghesiana» e «Torre Spaccata» di Roma, gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato oltre 12 tonnellate di filato acrilico, 62.000 capi d’abbigliamento falsamente etichettati, 410.000 etichette non conformi e ben 22 macchinari utilizzati per la produzione. E' stato stimato che la merce sequestrata avrebbe generato un guadagno di circa 2,5 milioni di euro, creando un danno per l’economia legale di non meno di un milione. I capi di abbigliamento sequestrati troveranno invece diversa collocazione in enti caritatevoli che li potranno utilizzare a beneficio delle persone più bisognose.