19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Salone del Libro

Contestato il ministro dell’Interno al Salone del Libro, portati via a forza tre ragazzi

Tre giovani sono stati denunciati per aver interrotto il dibattito a cui ha partecipato il ministro Marco Minniti. Polizia e Digos li hanno portati via prima che potessero spiegare le loro ragioni e prima che tirassero fuori uno striscione

TORINO - Durante il dibattito che ha visto partecipare il ministro dell’Interno, Marco Minniti, al Salone del Libro c’è stata una contestazione da parte di tre ragazzi che erano tra il pubblico. Si sono alzati all’improvviso e con un piccolo megafono in mano hanno provato a spiegare le ragioni della loro protesta. In un primo momento è sembrato che il ministro volesse dar loro parola, ma poi sono stati portati via dagli agenti in borghese senza che potessero parlare più di tanto.

Denunciati i contestatori
Si tratta di tre ragazzi, due donne e un uomo, nessuno dei quali è residente a Torino. Sono riusciti a passare indenni fino a dentro la sala del dibattito perché totalmente sconosciuti alle forze dell’ordine. Prima di essere portati in Questura per l’identificazione è stato loro sequestrato uno striscione che non sono riusciti a tirare fuori davanti a tutti e hanno avuto un breve dialogo con il presidente del Salone del Libro, Massimo Bray. Dagli accertamenti è risultato che i tre sono legati ad ambienti dei collettivi universitari e in particolare allo «Spazio popolare Neruda» che, infatti, sulla propria pagina Facebook ha rivendicato: «Dopo aver varato politiche inutili e repressive, capaci solo di polarizzazione l'odio sui disoccupati e i migranti, soggetti ritenuti da educare, ora Minniti prova a raccontare che il suo operato è da ‘uomo di sinistra’ e che la ‘sicurezza’ è un bene comune. Per questi motivi, nella sua passerella di oggi alcuni solidali sono andati a contestarlo, alzandosi e prendendo autonomamente parola. Ovviamente, Digos e polizia li hanno subito allontanati dalla sala con forza, senza lasciarli parlare, portandoli in questura solo per aver manifestato il proprio lecito dissenso». Questo manifestare il loro dissenso è costato ai tre giovani una denuncia per resistenza e manifestazione non autorizzata.