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Cronaca & Attualità

Al San Giovanni Bosco “accorciata” la trachea di una donna per permetterle di respirare

Intervento innovativo portato a termine nell’ospedale torinese con staff multidisciplinare.

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TORINO – Un calvario iniziato nell’estate del 2022, quando la donna veniva ricoverata d’urgenza per l’infarto intestinale e successivamente per l’infezione da Covid. Dopo essere stata dimessa dall’ospedale, iniziava a lamentare difficoltà respiratorie sempre più gravi, fino a quando non era più in grado di svolgere banali attività quotidiane. Si è poi capito che era affetta da stenosi (restringimento) tracheale, una complicanza rara che può insorgere dopo un’intubazione prolungata, e comporta una “fame d’aria” angosciante per il paziente.

La donna di 50 anni che ha rischiato l’asfissia è stata operata al San Giovanni Bosco di Torino. In particolare, è stata sottoposta a un intervento di resezione tracheale con l’utilizzo di Ecmo veno-venoso, una tecnica che sostituisce la funzione respiratoria durante l’intervento e durante le prime 36 ore post-operatorie.

Un caso molto complesso

La stenosi tracheale comportava un restringimento della trachea che impediva all’aria di fluire verso i polmoni. E’ stato quindi deciso di “accorciare” la trachea, eliminando il restringimento. L’intervento di resezione dei sei anelli tracheali è stato complesso a causa della serie di altre patologie presenti nella paziente e del segmento di trachea da rimuovere.

Il professor Giovanni Succo, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria del San Giovanni Bosco, descrive l’intervento come «un eccezionale risultato di un gran gioco di squadra», grazie alla collaborazione tra l’équipe medica che ha gestito la paziente. Il dottor Sergio Livigni, direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione, sottolinea l’importanza dell’utilizzo dell’Ecmo veno-venosa, che ha permesso di evitare l’intubazione e di ventilare la paziente, rendendo l’intervento più sicuro.

La paziente, ora dimessa dall’ospedale, sta continuando a recuperare e a tornare gradualmente alla normalità, nonostante le difficoltà che ha affrontato negli ultimi mesi.
Foto d’archivio

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